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“Dead Poets II” di Dj Fastcut è fuori

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Dead Poets II” è il titolo del nuovo album di Dj Fastcut, fuori per Glory Hole Records e disponibile in copia fisica su www.bucodelrap.it, sul canale YouTube della Glory Hole e prossimamente su Spotify e digital store.

A poco più di due anni di distanza dall’uscita del primo capitolo, il produttore romano Dj Fastcut torna con il secondo episodio del suo producer album “Dead Poets”, sequel di uno dei prodotti più apprezzati nel panorama recente del rap undegroun italiano. Il progetto è stato anticipato dal singolo “La risposta è sì”, disponibile su canale YouTube della Glory Hole Records, che vede gli ATPC al microfono. Dopo aver dato vita ad un prodotto mastodontico con la prima uscita – che coinvolgeva più di 30 rapper -, per il secondo capitolo Dj Fastcut ha deciso di coinvolgere letteralmente tutta la scena rap underground italiana. Sono infatti ben 61 gli mc che si alterneranno al microfono, senza soluzione di continuità, provenienti dal nord al sud dello stivale. Dall’approccio più hardcore a quello più conscious, dalla riflessione introspettiva all’autocelebrazione d’impatto, dal messaggio sociale al focus sullo stile e la tecnica: Dj Fastcut ha voluto dare spazio a tutte le sfumature dell’hip hop in “Dead Poets II”, senza porsi alcun tipo di paletto, lirico o stilistico. Nella tracklist fanno capolino e si alternano icone dell’underground e giovani promesse, artisti affermati ed emergenti dal talento innegabile: il biglietto da visita in “Dead Poets II” non è il curriculum ma il talento.

Dj Fastcut prosegue sul sentiero tracciato dal primo capitolo della saga, riportando alla ribalta un suono classico ma eterno. Campioni, citazioni e omaggi alla storia della musica black, del blues, del jazz e dello stesso rap rappresentano l’ossatura alla base dell’intero progetto, la spinta artistica che ha ispirato le penne di tutti i rapper coinvolti. Se Inoki e Lord Madness si lasciano andare in un pezzo dalle tinte leggere e sognanti in “Nuvole”, Kappa-OFake Therapy e Jangy Leeon si alternano a ritmo incalzante sulla strumentale di “Trauma cranico”; Tmhh e Wiser intrecciano rap e cantautorato in “Eredi maledetti”, mentre Ras KassEl Gant e Afu-Ra firmano una combo tutta U.S.A. dal sapore immortale in “No mistakes allowed”. “Dead Poets II” ha l’obiettivo di soddisfare tutti gli ascoltatori, da quelli più emotivi e riflessivi agli amanti dei rullanti potenti e frastornanti; pensiero e azione, stile e messaggio si alternano e si completano lungo il progetto, senza risultare eccessivamente pedanti o superficiali.

Dopo il sold out in preorder del cofanetto in edizione limitata, Dead Poets II arriva in versione doppio album, diviso in due CD – denominati “Ordine Tanghini” e “Ordine Montanari” -, entrambi disponibili singolarmente su www.bucodelrap.it

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”10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il nuovo brano di Cura

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“Era necessario un addio perché capissi che non c’è un addio per noi” – con queste parole CURA introduce “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il suo nuovo singolo in uscita venerdì 8 novembre, distribuito da ADA Music Italy.

Un brano scritto davanti a un camino, il primo giorno dell’anno, quando il suono di un pianoforte ripetitivo richiama nella mente dell’artista una nostalgia familiare, una storia sospesa nel tempo.

“Forse questa, è la mia storia infinita e, il coraggio di viverla, è stato tanto forte quanto quello di provare a dimenticarla”

CURA compone una traccia che rappresenta un viaggio intimo in quella che lei stessa definisce la sua “storia infinita.” C’è un senso di ritorno e perdita, un ciclo inevitabile in cui si rincorrono domande profonde: perché non è andata? Perché non siamo riusciti a far funzionare le cose? Eppure, nell’impossibilità di dimenticare, l’artista trova il coraggio di accettare quel legame indissolubile, consapevole che la musica, come una fotografia, è capace di fissare gli attimi, proteggendoli dall’usura del tempo.

In “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, testo e note diventano un eco che rimbalza tra passato e presente, come una ricerca costante di significato in quei legami che non smettono mai di attirarci.

Attualmente in tour con Alex Britti come corista, CURA è pronta a tornare a far parlare di sè con un brano che promette di risuonare in chiunque abbia mai vissuto la bellezza complessa di una storia senza fine.

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“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM

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Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 8 novembre per Columbia Records/Sony Music Italy. L’EP sarà anticipato dal singolo “Bismillah” disponibile da venerdì 1 novembre.

“Gris Gris
” è un termine ombrello in lingua senegalese -l’artista si è trasferito in Italia dal Senegal all’età di 9 anni- che racchiude il ricchissimo mondo magico del Paese. Gris Gris è un amuleto, un oggetto che può essere benefico o maligno, ma è anche un simbolo per ritrarre un più complesso sistema di credenze, fatto di rituali, esoterismo e comunità. La cultura psico-magica africana che ha nutrito il giovanissimo artista nella sua crescita viene raccontata e celebrata all’interno del suo progetto d’esordio, in cui parte di “questa” magia trova manifestazione anche attraverso la musica.

Il retaggio e le radici del rapper costituiscono il fulcro della sua identità artistica, che diventa un ponte tra due mondi distanti, unendo l’urban occidentale -grazie a un flow che ricorda l’attitudine cruda del rap anni 2000- alla cultura senegalese -esplorata nel suo immaginario e nelle sue sonorità, dando vita ad un sound inedito ed eterogeneo, che attinge da elementi afrowave.

L’EP raccoglie pensieri e racconti di strada passati sotto al filtro di uno sguardo quasi spirituale: EM descrive con autenticità il proprio vissuto cercando un senso di speranza, di predestinazione e di “fede” -in senso lato- che emergono dalle liriche e dagli aneddoti presenti nelle tracce.

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Fuori il video ufficiale di ”L’Ho Fatto”, il brano di Jap & Paggio in collaborazione con Flesha e Numb

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Jap & Paggio chiudono il cerchio con “L’Ho fatto”, terzo singolo estratto dal disco Old But Gold, uscito qualche mese fa dopo la pubblicazione di Ill Rap nel 2009, Bombe a Mano nel 2012 e l’Ep Hiphopcrisia nel 2013. Con questo ritorno, il duo hip hop più acclamato di Verona, ha saputo riconfermare la propria posizione senza deludere i fan e conquistandone di nuovi. Attraverso un disco che la critica di settore ha definito “vincente”, Jap & Paggio si sono messi in discussione più che mai strizzando l’occhio alle nuove generazioni e proponendo chiavi di lettura nuove, ma solide e in linea con la cultura Hip Hop.

L’Ho Fatto rappresenta l’ultimo tassello dopo i singoli Manette e Don’t Stop. Il video, per la regia di Maurizio Zatachetto e Mattia Bonizzato, è stato principalmente girato al Lago di Garda ed è stato realizzato quasi interamente in riva al lago per valorizzare il suo sapore soul attraverso i colori del tramonto.

Clicca qui per vederlo!

L’Ho fatto, brano che vede fra le collaborazioni Flesha e Numb, simboleggia l’abbandono delle influenze materiali ed è un brano trasparente che vuole urlare a tutti: “Fate quello che volete nella vita ma fatelo bene”. I richiami al passato di Flesha e la cruda onestà delle argomentazioni di Jap spiazzano l’ascoltatore mentre Numb trasforma il vetro che è dentro l’anima di tutti in preziosi smeraldi attraverso la sua voce soul e calda. Jap & Paggio spiegano:

L’ho fatto è un pezzo che per chi cerca ancora le proprie risposte nell’intricato mondo personale, arriva dritto come una freccia. Non ci limitiamo a rimare e fare musica, ma snoccioliamo gli argomenti e le note con incredibile consapevolezza. Sentiamo molto nostro questo pezzo e siamo convinti che abbia una marcia in più rispetto ad altre canzoni che si ascoltano in radio in questo periodo. Noi ci crediamo anche perché ha un rif che entra facilmente in testa già dal primo ascolto. E se anche voi avete fatto “Wow” ascoltando questa track, allora siete pronti per alzare la testa, sorridere a voi stessi e muovere i propri passi verso ciò che volete davvero essere.Il brano è prodotto da Paggio che riporta ai suoni creati al tempo con un fruity loops, mixando con saggezza una carezza funky ad un carosello di synth. Numb si impone nel ritornello con una voce graffiata che stupisce, che motiva, che dà la carica a chi ascolta.

Nel complesso, L’Ho Fatto propone una musicalità che strizza l’occhio al commerciale, senza dover indossare maschere imposte dalle Major.

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