Intervista
Max Kleinz ci racconta la produzione di “Come la prima volta” il nuovo singolo di Aka 7even
E’ disponibile dal 6 maggio, in radio e in digitale, “Come la prima volta” il nuovo singolo di Aka 7even prodotto dallo stesso artista insieme a Max Kleinz (Cosmophonix).
Le giornate si allungano, le strade si riempiono di profumi e le serate si fanno più calde. “Come la prima volta” di Aka 7even ci trascina in quel mood leggero tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, fino a vedere finalmente l’alba che sta tornando, come se fosse la prima volta.
Chi meglio di Max Kleinz poteva raccontarci la produzione di questo nuovo singolo? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
“Come La Prima Volta” è stato prodotto da te e Aka 7even, colpiscono particolarmente le parole che pochi giorni fa hai scritto sul tuo profilo instagram:
“Siamo in un viaggio senza fermata, verso i nostri sogni. Mi ricordo tutto, brother… Fin dall’inizio, il nostro destino era soltanto uno. Lá musique bro, lá musique! Una voce dentro l’anima mi ha chiamato ancora una volta… tra sogni e realtà , viaggeremo insieme.”
Qual è il punto di forza della vostra collaborazione? Cosa vi lega così tanto?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare un po’ indietro nel tempo. Io e Aka abbiamo storie decisamente simili. In Brasile ho avuto una band conosciuta nazionalmente, nel 2010 abbiamo fatto più di 270 shows per tutto il Brasile. Come Aka, abbiamo vinto certificazioni ed eravamo praticamente ogni sabato in onda sui canali TV nazionali. Purtroppo la band nel periodo di maggior successo si è sciolta, il cantante ha deciso di fare la sua carriera da solista (un classico) ed io sono tornato a dedicarmi al 100% al mondo della produzione. Essendo stato quindi anche io artista so cosa vuol dire venire dal nulla.
Ho suonato per 13 anni nell’underground rock punk di San Paolo prima di raggiungere il successo in una scena indipendente che all’epoca sfornava in continuazione nuovi talenti e ogni volta ti ripetevi “il prossimo devo essere io…”. Dunque conosco il sapore agrodolce della gavetta, gli alti e i bassi che una carriera da artista comporta e il grande senso di equilibrio che occorre per rimanere sempre lucido. In questo, con Aka, siamo molto simili, anche lui si è dovuto costruire dal nulla. Abbiamo iniziato a lavorare che aveva 16 anni ed era reduce dalla delusione di X Factor, prima di “Amici” ha dovuto prendere un’infinità di porte chiuse in faccia… Mi rispecchio molto in Aka e cerco di condividere con lui la mia esperienza per aiutarlo a non perdersi e lavorare con il giusto focus… perché con il talento che ha può volare altissimo.
Sono davvero orgoglioso di vedere i passi da giganti che ha fatto e che continua a fare, viaggeremo di sicuro insieme e, al di là di certificazioni, numeri, successi o delusioni, ci divertiremo a produrre e scrivere canzoni per le persone.
“Tra i sogni e la realtà”, ormai si tende a dare spazio più alla realtà, lasciando scomparire un po’ i sogni. Quanto è importante invece la capacità di sognare? Che consiglio daresti ai ragazzi di oggi per inseguire i propri sogni?
Non esiste in realtà una cosa che non possiamo fare. Se dentro abbiamo i nostri valori e le nostre convinzioni, l’unica cosa di cui hai bisogno per partire è soltanto noi stessi. Di sicuro dovremo fare le cose in una determinata maniera: la precisione, la passione, dedizione e un pizzico di pazzia per osare per andare oltre e fare quello che nessuno osa fare e tracciare nuovi percorsi.
I sogni, se non li coltiviamo, purtroppo muoiono sfumati nel tempo. La realtà vuol dire costanza, resilienza, un mattone alla volta. Passi piccoli, ma pesanti. Trovate soluzioni e non scuse e sarete in grado di raggiungere qualsiasi traguardo, ve lo dice uno già vecchio di guerra che, nonostante i suoi 34 anni, ne ha viste davvero di cotte e di crude!
Sempre sul tuo profilo Instagram racconti “Condividere emozioni ci avvicina”. Nella vita frenetica del giorno d’oggi, purtroppo, spesso le emozioni vengono lasciate in secondo piano. Quale emozione vorresti trasmettere al pubblico con questa produzione? “Ci siete anche voi e non esiste cosa più bella al mondo che condividere arte e musica.” E che emozione invece provi a sapere che la tua musica accompagna la vita e la quotidianità di così tante persone?
Penso che tutto parta dall’intenzione che ci metti quando fai le cose. In particolare penso che se l’intenzione parte da un messaggio positivo alla lunga paga sempre. Stiamo vivendo un momento di crisi intergenerazionale, dai più piccoli a quelli più grandi. In questi tempi, tutti viviamo e avvertiamo la pesantezza del mondo… questo grigio perenne a volte stanca e ci sarebbe bisogno di leggerezza, di colori… “Come la prima volta” è questo, sono spaccati di vita che rappresentano un po’ il senso comune delle prime volte. E’ uscire un po’ dalle “Pa Pa Pare” paranoie quotidiane e ricordare il sapore della magie delle nostre prime volte.
Parlare della musica è, e sarà sempre, il mio punto debole. Se potessi, in solo due minuti di canzone, regalare alle persone le emozioni che la musica mi regala ogni giorno avrei compiuto la mia missione. Entrare nella vita delle persone, dentro la loro casa, è un onore ma anche una responsabilità, è cercare dentro di te le cose più belle che riesci a concepire e regalarle al mondo. Tutto ciò mi fa stare sereno, mi sento capito e in pace.
“Il dono della creazione, che tutti abbiamo, è forse il momento dove mi sento più in sintonia con l’universo e l’energia che mi circonda.” La creatività è uno dei tasselli fondamentali per caratterizzare l’unicità di una persona. In un presente dove molte cose, comportamenti o idee sono diventati ormai standard, la creatività può rappresentare anche una forma di ribellione ad un mondo che prova ad omologarci?
Meravigliosa domanda. Sono pienamente d’accordo con il discorso dello standard ma, in fin dei conti, questo succede da sempre. La creatività è uno dei doni umani più spettacolari (basta vedere le cose magnifiche che l’uomo è riuscito a creare, ad esempio la Cappella Sistina etc). Questa dote però, deve convivere da sempre con meccanismi intrinseci della società, come ad esempio il giudizio altrui, l’acida risposta dell’ego a qualsiasi critica o giudizio, la paura di fare brutta figura e del fallimento. Questi non sono altro che un insieme di blocchi mentali che fin da piccoli la società ci mette in testa, per via della paura della diversità e l’obbligo di soddisfare le aspettative altrui, tralasciando però le proprie.
Queste dinamiche che impiantano nella nostra testa sono degli ordigni pronti ad esplodere e soffocare anche le più piccole espressioni artistiche. Proprio questa cosa porta i giovani a richiudersi nel loro mondo. Un universo dove magari, internamente, sono anche tanto creativi, ma incapaci di aprirsi e condividere l’arte con il mondo. Questa cosa porta a seguire il pensiero del gregge perché se tutti pensano o si vestono in certo modo, allora quel modo è ritenuto quello giusto. Proprio in queste situazioni, se si ha il coraggio di ascoltare e nutrire la propria creatività, questa può diventare un elemento di rottura. Un elemento in cui la gente può rispecchiarsi e connettere i propri sogni e aspirazioni.
Max Kleinz, sappiamo che “Come la prima volta” prodotto da te e Aka 7even, è caratterizzato da un sound d’oltreoceano, ce ne vuoi parlare? Ci vuoi raccontare da dove è partita l’ispirazione?
Aka è partito con il giro del synth e una topline di voce. Questa entrava in testa fin dall’inizio. Nel gergo io le definisco “mind breaker” ovvero melodie che a livello di composizione e di estetica colpiscono subito. Da quello siamo poi passati ad ascoltare un po’ di musica, principalmente new wave e synth wave. Da lì è nata l’idea di dare al pezzo un’estetica modern retro, con influenze degli anni 80 e 00 (come ad esempio la scelta di usare una drum machine come la Yamaha RX 11 del 1984 che ha segnato una generazione nel passato).
Il groove del ritornello proviene dal punk. Chiunque abbia mai ascoltato le band di post hardcore/punk o anche soltanto Blink o Green day, capisce subito le influenze originali. Alla fine ho aggiunto un po’ di elementi dell’urban pop moderno che fanno la differenza, come ad esempio buildups, effetti di eq e filtri automatizzati per svecchiare il sound e dargli appunto quel respiro d’oltreoceano.
C’è qualcosa che vorresti far sapere o raccontare liberamente ai lettori di Honiro Journal?
Ai lettori di Honiro direi di inseguire i propri sogni e vorrei ringraziarli, perché ogni qualvolta si parla di musica e di arte si contribuisce a mantenere viva la scena, gli artisti e tutto il settore. In poche parole, si dà un vero e proprio senso al fare musica. Ogni qualvolta leggete di musica, comprate un biglietto per un live o comprate i dischi dei vostri cantanti preferiti state alimentando sogni e arte.
Mi auguro di tornare il più presto alla normalità, tra guerre e pandemie, poiché, come la storia insegna, proprio dopo questi periodi difficili nascono i concerti più belli di tutti i tempi, quei concerti che ispirano generazioni intere.
Intervista
PAOLA PIZZINO CI RACCONTA IL SUO SINGOLO “LOGICO”: “A VOLTE LASCIARE ANDARE SIGNIFICA AMARE DAVVERO”
Dopo aver aperto concerti di artisti come Diodato e Max Gazzè e dopo un intenso percorso di performance live, è disponibile dal 14 dicembre su tutti i digital stores “LOGICO”(Macro Beats/distribuito da Artist First) il singolo d’esordio di PAOLA PIZZINO.
Disponibile anche in versione unplugged, “LOGICO” è un brano che si disegna tra la consapevolezza di voler abbandonare ciò che non è più razionale e la speranza di trovare riparo nel futuro.
Chi meglio di PAOLA PIZZINO poteva raccontarci questo brano? Noi di Honiro Journal l’abbiamo intervistata!
Essendo il tuo primo brano, non posso non chiederti da dove abbia preso vita l’ispirazione per questo titolo
La canzone si chiama “Logico” ma, in realtà, nel ritornello io dico “non c’è niente di logico” e forse è proprio in questo che risiede l’intero senso del brano. Infatti, se da sempre, nella vita, cerco di mantenermi più logica possibile, estremamente razionale nelle mie relazioni interpersonali, poi nella realtà esiste anche una mia parte irrazionale, illogica. Questo ossimoro nel titolo quindi, ripensandoci, è nato proprio spontaneamente.
Questo singolo rappresenta il tuo esordio ma sappiamo che, in realtà, tu hai alle spalle già molte performance dal vivo. Essendo reduci da un periodo in cui, purtroppo, durante la pandemia gli artisti emergenti hanno potuto esordire solo in digitale, cosa differenzia invece l’esordio di chi ha potuto prima esibirsi live? Che bagaglio di emozioni ha chi esordisce direttamente dal vivo?
È una domanda importante. Spesso mi è stato chiesto “come ti senti ora che è uscito il singolo?” e la mia risposta a questa domanda è che sono veramente felice, soprattutto perché finalmente tutte le persone che durante i live mi chiedevano dove potessero ascoltare i pezzi ora li potranno trovare anche in digitale. Il mio esordio quindi, per me, ha significato rispondere a questa domanda del mio pubblico. Onestamente però, allo stesso tempo, quando si parla di stream, di digital stores, avverto quanto mi manchi un po’ quella concretezza, quell’aspetto a cui i live mi avevano abituata maggiormente. Spero quindi vivamente che questi numeri si trasformino in un’esperienza dal vivo sempre più importante e sempre più bella.
Mi è piaciuto molto “LOGICO” versione unplugged perché, metaforicamente, oltre che un brano in acustico, mi è proprio sembrata la ricerca di un’autenticità particolare. Quanto è importante per te, nella musica ma anche nella vita in generale, avere il coraggio di mostrare la propria vera essenza?
Sono una persona a cui, da sempre, è piaciuto impegnarsi in tantissime cose, allo stesso tempo cerco sempre di essere credibile in tutto ciò che faccio. Credo che il segreto per essere autentici, paradossalmente, sia proprio non pensarci, non costruire nulla. Anche nel mondo musicale, ho sempre detto che per me tutto ciò che ruota attorno ai singoli ha un’importanza minore, è la concretezza che mi importa, esattamente come credo che, nella vita di tutti i giorni, sia la personalità ad essere il fulcro. Credo sia inutile costruire qualcosa che nella realtà non esiste, piuttosto conviene essere sinceri fin dall’inizio, imparando anche a spogliarsi dei filtri per essere credibili.
“Dopodiché’ riprendo la vita che dico di volere, di meritare, così mi lascio andare, così ti lascio andare”. In che modo credi si possa comprendere, come racconti tu in questo brano, che amare una persona, a volte significhi proprio lasciarla andare?
Penso che logico racconti una storia che non era destinata a sopravvivere al tempo. Ancora oggi voglio bene a questa persona, siamo ancora in contatto e credo che sia stata proprio la nostra sincerità a portarci a compiere la scelta di lasciarci, la nostra decisione di guardarci negli occhi e raccontarci cosa, secondo noi, non funzionasse più. Lui ha dato le sue ragioni, io le mie, e credo che logico sia esattamente la narrazione della mia versione: io con lui ho avuto difficoltà a sentirmi me stessa, e quindi anche a lasciarmi andare. In questo singolo credo si possa anche scorgere una sfumatura di rabbia, ma anche il desiderio di essere felici e di andare avanti. Rispetto e fiducia credo siano stati gli elementi chiave per comprendere che lasciarsi andare fosse la soluzione migliore per dimostrare di volersi bene davvero.
“Riempie un album di foto che mi dice chi sono io”. Quanto secondo te è difficile al giorno d’oggi trovare la propria identità, sia nel mondo musicale sia nella vita di tutti i giorni?
L’album che cito all’interno del singolo, effettivamente esisteva davvero. Avevo iniziato a raccogliere le fotografie di tutto ciò che consideravo un mio difetto e avevo intitolato questo album “accettati”. A distanza di anni, sempre come racconto nel brano, l’ho eliminato. Solo però dopo questo processo, solo dopo l’aver accettato i miei difetti, ho iniziato a trovare una mia identità, ad essere semplicemente me stessa, ho quindi iniziato a pensare che in qualsiasi occasione, sia nel mondo musicale, sia nella vita di tutti i giorni, non avrei mai voluto costruirmi un personaggio.
Nella cover del brano possiamo notare questa bruciatura, la carta quasi mangiata dal fuoco. Ti va di raccontarci come è nata l’idea dell’artwork?
Ci siamo mantenuti il più possibile minimal, sia io sia Macro Marco sia Alberto DeSeta che è il creatore dell’artwork. Siamo persone con questa determinata impronta anche nella vita, siamo fan della semplicità, “less is more”, come si dice. Quando mi hanno proposto questa cover ho detto subito di sì, con questa particolarità della sigaretta spenta sul titolo del brano che io ho interpretato come quel dettaglio che forse rende meno perfetto il tutto ma sicuramente più autentico.
Essendo questo singolo solo il primo passo di un viaggio appena cominciato, ti va di anticiparci qualcosa sui tuoi progetti futuri, sui tuoi obiettivi?
Non vedo l’ora di quello che sarà, siamo in fase di trasformazione, abbiamo già altri progetti pronti e sicuramente farò uscire alcuni degli altri brani che ho sempre suonato live. Spero di arrivare a tanti!
Intervista
Gianni Bismark racconta il nuovo album “ANDATA E RITORNO”. Tra i feat Noyz Narcos.
Gianni Bismark torna sulla scena con il suo quarto album, “ANDATA E RITORNO”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali.
L’album è suddiviso in due parti: “ANDATA” e “RITORNO“. La sezione “ANDATA” presenta tracce come “Vita Mignotta” e “Parliamo delle stesse cose” con BRESH, mentre la sezione “RITORNO” include brani come “Te famo scuola” con NOYZ NARCOS e “Er Magico”. Il percorso musicale di Gianni Bismark si completa con la title track “Andata e Ritorno”. Una partecipazione straordinaria ha arricchito il progetto, quella di Alex Britti alla chitarra nel brano “Panni di un altro”.
“ANDATA E RITORNO” è il suo modo di trasportare i fan verso qualcosa di inedito, senza dimenticare le radici e abbracciando nuovi orizzonti. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere sulle tracce, lo stile ed i feat presenti nel nuovo progetto.
Il titolo “ANDATA E RITORNO” suggerisce un viaggio musicale attraverso due mondi, un ritorno in grande stile. L’album rappresenta il tuo presente, come ti senti ora come artista?
Non è mai facile auto-definirsi, sicuramente i miei fan e chi mi ascolta riescono a farlo meglio di me! In ogni caso avevo delle tracce pronte, tante. Il modo migliore per valorizzarle era dedicarmi ad un progetto in più parti. Volevo creare un mix tra la mia vena rap e quella del genere cantautoriale, senza cadere nel banale. Mi ero prefissato degli obiettivi un po’ più ambiziosi.
Hai scelto featuring molto interessanti per questo album, tra cui NOYZ NARCOS, BRESH, TIROMANCINO e NOEMI. Tutti artisti che hanno un vissuto musicale diverso tra loro. In cosa hanno arricchito te come artista?
Il bello di questi feat è che hanno lasciato tanto a me e al disco, spero che ascoltando le tracce passi questo messaggio. Da sempre la scelta dei miei featuring non è né casuale ne figlia di logiche di mercato. Dietro c’è stato un lavoro immenso, tanti momenti di confronto tra me e tutti gli artisti presenti. Un’empatia pazzesca, che ha raggiunto poi un bel livello di stima reciproca. Questo credo arricchisca pienamente un artista in generale.
Parlando del nuovo album hai dichiarato: “Non mi piace essere etichettato. A me piace fare musica e se un giorno mi esce una canzone diversa da quello che faccio la metto ugualmente nel disco.“
Assolutamente e le confermo. Le etichette sono la cosa che meno sopporto. Sperimentare, cambiare, confrontarsi sono alla base della mia idea di fare musica. A maggior ragione, faccio fatica ad auto-definirmi.
“VITA MIGNOTTA” è il primo brano dell’album, perchè la scelta di uscire con questo singolo per dare il via al progetto?
Non capivo perchè, ma alcuni si aspettavano che tornassi con un album più pop e dalla vena esclusivamente cantautoriale. Questo singolo rappresenta in pieno il cantautorato-rap che dicevamo prima in tema di suono, perchè c’è sia quel richiamo al rap sia il mood cantautoriale. Volevo far capire da subito che sarebbe stato diverso dalle aspettative, che ero pronto a sorprendere con qualcosa di inedito, ma che nello stesso momento ricalcava tutte le sfaccettature del mio percorso come artista. Quindi si, “VITA MIGNOTTA” era il biglietto da visita perfetto.
Il brano “Panni di un altro” vede la partecipazione di ALEX BRITTI alla chitarra. Come è nata questa collaborazione e qual è stata l’esperienza di lavorare con un musicista del calibro di Britti?
Per me Alex è il miglior chitarrista di tutto il panorama musicale, sicuro al 100% di quello italiano. Non lo so, ha un modo di suonare che ti strega, qualcosa che secondo me non puoi definire del tutto. L’ho conosciuto per caso una sera insieme a Federico Zampaglione, mentre guardavamo Sanremo. Pare una cosa un po’ comica lo so [ride], però da li si è sviluppata una bella amicizia sfociata in una stima artistica. Quando ci sono tutti questi spunti, viene quasi naturale dare vita ad un pezzo insieme.
La tua musica ha spesso una forte connessione con Roma, tra l’altro con me giochi giochi in casa. Come la tua città natale continua a influenzare la tua musica?
Roma è tutto, ma questo lo sapete già e a quanto pare tu riesci a capirmi bene Fede [ride]. Roma mi accompagna passo passo, è la mia città, la mia compagna, la mia amica e sono fiero di averle dedicato una canzone in “ANDATA E RITORNO”. Perchè in questo album? Adesso era il momento giusto, la maturità giusta, le corse giuste per raccontare un amore diverso dal comune. Diciamo che il singolo per Roma, intitolato “La mia città”, è una punta di felicità che segna i due mondi presenti in tutto l’album.
E Noyz Narcos?
Un feat che credo sognavo da una vita. Un obiettivo ambizioso e una traccia che dovevo anche ai miei fan. Sono soddisfatto, ma anche felice di aver potuto lavorare con uno dei miei idoli. Per me è tra in singoli più significativi sia per una questione di affetto verso i miei ascolti, sia per la mia crescita come artista.
Questo è il tuo quarto album in carriera. Come descriveresti l’evoluzione del tuo stile e della tua musica da quando hai iniziato nel 2015 fino a oggi?
Sono sempre io, ma sono maturato e con me anche i temi, i suoni. Sono dell’idea che quando fai musica è giusto anche adeguarsi alle novità che si vivono. Le ispirazioni di oggi non possono essere quelle di ieri, ma obiettivamente pure per un fattore anche anagrafico [ride]. Diciamo che è un’evoluzione molto naturale. Questo album è più “suonato”, c’è qualche cura in più nei dettagli. Ho mixato tutto con il mio stile classico in chiave rap-urban. Ti dirò, credo che l’evoluzione sia stata proprio questa: non cancellare niente, ma unire più aspetti inediti con le mie caratteristiche di artista rap.
Intervista
FRANCESCO KAIRÒS CI RACCONTA “IERI, OGGI, DOMANI”: “Questo singolo vuole essere un ritorno all’essenza della mia musica”
Tutti noi abbiamo un passato che spesso ci torna in mente, quei ricordi che non siamo disposti a dimenticare, quella persona che ora vive nel nostro “ieri” ma che speriamo, prima o poi, di rincontrare, magari anche per caso, attraversando la strada o camminando su un marciapiede in un pomeriggio apparentemente come gli altri.
Allo stesso tempo, tutti noi siamo quotidianamente accompagnati dai sogni, dall’immagine di quello che sarà il nostro futuro, e tutti siamo impegnati, ogni giorno, nel vivere il nostro presente. Arricchito da una sfumatura più sentimentale, e raccontato tramite la metafora di una storia d’amore, potremmo dire che sia questo il concept da cui prende vita “Ieri, Oggi, Domani” il nuovo singolo di Francesco Kairòs disponibile su tutti i ditigal stores per Similax Records e Believe Italia.
Francesco Kairòs, già co-autore di brani di Annalisa, Arisa, Ludwig, Anna Tatangelo e altri, torna con un brano avvolto di speranza e consapevolezza che ci trascina alla scoperta della cifra stilistica del suo universo musicale.
Chi meglio di lui poteva raccontarci “ieri, oggi, domani”? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!
Spesso ci ritroviamo immersi nei ricordi o negli obiettivi che vogliamo raggiungere nel futuro, a volte, paradossalmente, dimenticandoci di vivere il presente. Come pensi potremmo imparare a capire quanto sia prezioso l’oggi?
Sicuramente ciò che è stato ieri, quindi metaforicamente il passato, delinea una traccia. Sapere da dove veniamo e dove vogliamo arrivare, quindi il futuro, è un concetto che ho sviscerato non solo in questo singolo, ma anche nei miei progetti precedenti. Personalmente rifletto spesso sul passato per riuscire a captare dalle esperienze trascorse degli strumenti o degli insegnamenti da poter utilizzare per migliorare il presente e il futuro, credo infatti che quest’ultimo non sempre si possa prevedere, ma di sicuro si possa costruire. Il brano è caratterizzato proprio dal concetto appena citato, raccontato con un taglio molto più relazionale e sentimentale.
All’interno del brano si possono scorgere molte sfumature di vita quotidiana, come il rivolgere un semplice “ciao” a qualcuno a cui vogliamo bene. Quanto la quotidianità, il tuo vissuto e in generale le esperienze che hai sperimentato in prima persona influenzano la tua musica?
La quota autobiografica è sempre molto presente nei miei brani, la quotidianità e il mio vissuto sono senza dubbio tra le principali fonti d’ispirazione per i miei progetti artistici. Credo che la musica non debba avere l’arroganza di voler spiegare agli altri cosa sia la vita o come dovrebbero viverla. Preferisco possieda quella sensibilità che permetta, tramite quest’arte, di raccontare esperienze vissute in prima persona. I piccoli gesti quotidiani, che possono essere un semplice saluto o il percorrere un tratto di strada insieme, nascondono un significato molto più ampio, molto spesso infatti utilizzo queste immagini nei miei brani in modo metaforico, per suscitare emozioni specifiche.
Tra le strofe di “Ieri, Oggi, Domani” si può anche ascoltare un “come stai?”. Anche questo probabilmente rappresenta un piccolo gesto che però, in periodi frenetici come il giorno d’oggi in cui si è un po’ persa l’abitudine di interessarsi agli altri, risulta un’accortezza preziosa. Come stai in questo momento della tua carriera?
Sto bene, grazie. Questo mio progetto arriva dopo tanti anni di dietro le quinte, di autorato e di scrittura per terzi. Il desiderio che mi ha portato a dar vita ad una dimensione musicale completamente mia deriva dalla necessità di stare bene, di essere felice ed emotivamente coinvolto nei messaggi che voglio trasmettere. Questo singolo è quindi a tutti gli effetti un ritorno all’essenza della musica, volevo metaforicamente tornare a quella passione, spontaneità e urgenza espressiva di quando ho cominciato a scrivere. Credo che le canzoni siano come delle fotografie, magari sono un perfetto ritratto di un periodo della propria vita ma dopo anni ci si accorge che attualmente quel racconto non ci non ci rappresenti più, nonostante questo però, rimane pur sempre un tassello fondamentale di quel rullino che è la propria vita.
Questo singolo trasmette proprio l’idea del tempo che passa, del susseguirsi di giorni e forse anche dell’imprevedibilità e le sorprese della vita. In tutto questo mutamento e in tutti questi cambiamenti, c’è una caratteristica, un fondamentale o un aspetto della tua musica che sai che, nonostante trascorrano gli anni, rimarrà per sempre simbolo della tua identità artistica?
Bella domanda, credo di riuscire a distinguere perfettamente le varie fasi che hanno attraversato la mia carriera musicale e i miei relativi cambiamenti personali o periodi di vita. Onestamente però, non mi sono mai soffermato sul pensare se, tutti questi passaggi emotivi e artistici, potessero essere legati da un fil rouge. Sicuramente tra il Francesco che anni fa ha iniziato rappando e muovendo i primi passi nel panorama musicale e il Francesco di ora, possiamo identificare come comune denominatore l’impronta riflessiva. Penso di non aver mai scritto testi particolarmente leggeri quindi, nonostante il mio approccio alla scrittura sia cambiato nel corso degli anni, credo che la quota conscious rimarrà sempre parte della mia personalità musicale.
Ti va di anticiparci qualcosa riguardo il tuo domani? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?
Sto già lavorando al nuovo brano, che vedrà la sua pubblicazione con l’inizio del nuovo anno. Sicuramente c’è anche la volontà di dedicarmi ed iniziare a lavorare anche ad un progetto artistico più grande. Per ora sono felicissimo di comunicare tramite la musica, credo sia questo l’aspetto più importante.
Solitamente prima di concludere le interviste domando sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto che ci tieni particolarmente che i nostri lettori sappiamo su di te, sulla tua musica, sui tuoi progetti…
Anticipo che da Roma arriveranno presto molti nuovi progetti, sia da parte mia sia da parte degli artisti, producer e team con cui collaboro e con cui condivido la stessa visione stilistica.
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