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Siamo stati alla MASTERCLASS di Gué, “MADREPERLA” è già un cult del rap Italiano
“MADREPERLA” il titolo di un album, ma soprattutto di quello che è già predestinato, senza dubbio, ad essere un progetto cult e simbolo del rap italiano. Tre lettere, un artista, una certezza del nostro panorama musicale: Gué.
Noi di Honiro Journal siamo stati presenti al Teatro Triennale di Milano per la masterclass di Gué, durante la quale l’artista ha illustrato l’intero trascorso di questo genere musicale, iniziando dalle origini e la nascita dell’hip hop con DJ Kool Herc, parlando poi dell’intuizione di Grandmaster Flash, primo ad aver tramutato i giradischi in un vero e proprio strumento musicale, passando da quello che è considerato come il primo brano rap della storia: Rapper’s Delight del gruppo The Sugarhill Gang, fino ad arrivare allo storytelling.
“Un aspetto che mi ha fatto innamorare di questa musica è stato proprio il fatto di poter raccontare degli eventi in modo, più o meno, esplicito. Esistono dei brani che possiamo considerare vere e proprie icone di questa tecnica, come “It Was a Good Day” di Ice Cube, ovvero la cronaca di una giornata in cui ogni evento è andato per il verso giusto, nulla è andato storto. All’interno del singolo vengono descritti gli avvenimenti accaduti dalla mattina alla sera, dall’inizio alla fine.
Trasportare l’ascoltatore all’interno della storia che si vuole raccontare, all’interno di ciò che si vuole trasmettere, rimane infatti il top del game. Penso che questo sia sicuramente un aspetto molto importante che ultimamente si è perso, ovvero quello di sfruttare delle immagini per trascinare l’ascoltatore in una strofa come se fosse un vero e proprio film. Personalmente mi piace usare lo storytelling anche se non sto raccontando propriamente una storia, perché mi affascina creare un immaginario filmico e romanzare la realtà.”
Racconta Gué
Un progetto immortale, curato nei minimi dettagli, che si ispira al passato costruendo allo stesso tempo, il futuro di questo genere. Un album impreziosito da altre perle, altri pilastri della scena, quali Marracash, Rkomi, Sfera Ebbasta, Anna, Paky, Massimo Pericolo, Mahmood, Benny The Butcher e Napoleone.
Con queste parole Gué si esprime a proposito delle collaborazioni in “Madreperla”:
“All’interno di questo disco ci sono artisti di ogni genere musicale, dai 19 ai 45 anni. Paky, Sfera Ebbasta e Anna che, non avendo nemmeno ancora compiuto vent’anni, è la rapper donna più forte che abbiamo in Italia, è riuscita ad ottenere credibilità e ad arrivare a fare hit e pezzi che spaccano. Sia Anna, sia Sfera si sono messi con rispetto e professionalità a servizio di questo suono. Il pezzo in collaborazione con loro è infatti completamente anni duemila, e hanno fatto un lavoro molto bello. Massimo Pericolo è, secondo me, uno dei talenti di scrittura più bravi.
Nella traccia con Marracash e Rkomi è successa una cosa fantastica, per l’occasione Mirko ha lasciato il suo mondo realizzando una strofa sempre melodica, ma con delle barre. Penso che Mahmood alzi l’asticella dell’album, poi c’è Benny the Butcher, membro del collettivo americano più cool in assoluto del momento, e Napoleone, nuovo talento dell’indie di Napoli. Personalmente apprezzo molto il rap partenopeo, perché mi piace la sua fonetica.”
Durante la masterclass, Gué ha inoltre raccontato come, una delle regole d’oro del rap, sia parlare di ciò che si desidera, a patto che questo sia un episodio che si ha visto e vissuto veramente e, in “Madreperla”, si riflette ogni singola sfumatura di questa autenticità. L’artista ha anche sottolineato come sia fondamentale una preziosa alchimia. La credibilità, l’esperienza, il possedere un timbro riconoscibile, un giusto vocabolario, la predisposizione alla realizzazione di hit, vanno infatti unite ad un altro aspetto imprescindibile, ovvero il talento.
“Prezioso è anche il carisma. Penso che ultimamente ci sia questa tendenza ad omologare molto. Inoltre la personalità non va confusa con l’idea di personaggio. Per me è importante che al primo posto ci sia ancora l’arte, per esprimere a pieno questo concetto mi piace citare una frase di Geolier, rapper che stimo particolarmente: “la gente deve affezionarsi alla mia musica, non a me”. Credo infatti che il rap possa veramente rimanere nelle persone e nel loro vissuto, lasciare un segno.”
Afferma infatti Gué
Non poteva di certo mancare Bassi Maestro, icona indiscussa dell’hip hop italiano, che ha prodotto interamente “Madreperla” di Gué:
“Il sample è stato laborioso, estensivo e frutto di tantissime sessioni e ascolti. Questa è stata sicuramente l’esperienza per me più stimolante. Produrre un disco di un artista di questo calibro e produrlo con queste reference musicali e con la possibilità di accedere a dei contenuti come questi è stato fantastico.”
All’interno del disco infatti, un sample di “Amore impossibile” dei Tiromancino viene rielaborato in “Chiudi Gli Occhi” co-prodotta da Shablo, “Mollami pt. 2” è omaggio a “Here Comes the Hotstepper” di Ini Kamoze, campionando Stay With Me Till Dawn di Judie Tzuke si arriva invece a “Need U 2Nite”, “Mi hai capito o no?” riprende la cover italiana eseguita da Ron di “I can’t go for that” di Daryl Hall & John Oates.
La Madreperla brilla, affascina, è preziosa. E titolo più azzeccato per descrivere questo progetto, semplicemente non poteva esserci.
Di seguito la tracklist di “Madreperla” il nuovo disco di Gué:
- PREFISSI
- TUTA MAPHIA (feat. Paky)
- MI HAI CAPITO O NO?
- COOKIES N’ CREAM (feat. Anna & Sfera Ebbasta)
- NEED U 2NITE (feat. Massimo Pericolo)
- LÉON (THE PROFESSIONAL)
- FREE (feat. Marracash & Rkomi)
- MOLLAMI PT.2
- LONTANO DAI GUAI (feat. Mahmood)
- CHIUDI GLI OCCHI (co-prodotto da Shablo)
- DA 1K IN SU (feat. Benny The Butcher)
- CAPA TOSTA (feat. Napoleone)
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Ci sono canzoni che non si limitano a suonare bene, ma ti restano dentro, ti fanno riflettere, ti fanno sentire meno sol*. “Mille Volte”, il nuovo singolo delle EMSAISI
Ci sono canzoni che non si limitano a suonare bene, ma ti restano dentro, ti fanno riflettere, ti fanno sentire meno sol*. “Mille Volte”, il nuovo singolo delle EMSAISI, in uscita venerdì 31 gennaio per Spaghetti Unplugged e ADA Music Italy, è una di quelle canzoni.
Con delicatezza e profondità, le EMSAISI ci portano in un mondo fatto di emozioni sincere e pensieri non detti, affrontando una realtà che troppe donne conoscono bene: la difficoltà di sentirsi sicure nello spazio pubblico. “Mille Volte” è una confessione, ma anche una dichiarazione di forza. È il racconto di un’esperienza personale che diventa universale, di una solitudine che si dissolve quando ci si riconosce parte di qualcosa di più grande.
“Come nuovo singolo abbiamo scelto un pezzo che rivolge lo sguardo verso chi siamo state e alle noi che stiamo diventando. Sentiamo di camminare al passo con il nostro progetto, che stiamo amando tanto”
Il testo è un alternarsi di ombre e luci, come i pensieri che ci accompagnano nei momenti più difficili. “Ho già fatto mille passi, tu non mi raggiungi”, canta il trio romano, mescolando una voglia di fuga a un’irresistibile determinazione a restare. Ogni verso è un passo avanti, ogni nota un invito a guardarsi dentro e a non cedere.
Le sonorità soft pop del brano abbracciano l’ascoltatore, creando un’atmosfera intima ma potente, perfetta per amplificare un messaggio che parla al cuore e alla mente. È una musica che consola, ma non si accontenta di farlo: vuole scuotere, far riflettere, ricordarci che siamo più forti insieme.
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A odio e invidia rispondo con” Bidibambombom”, intervista a E.L.F.O.
E.L.F.O., rapper di Reggio Calabria attivo dal 1998 e da anni ormai con base a Ferrara, aveva già sorpreso il pubblico nell’aprile 2024 con la pubblicazione del suo secondo disco solista dal titolo Dream.
Il disco, fuori per l’etichetta ravennate PMS Studio e distribuito da Virgin Music Group, con le sue undici tracce Hip Hop è stato menzionato dai più importanti siti di settore e ha ottenuto ottimi risultati anche dal punto di vista della promozione radiofonica.
A distanza di mesi, esce a sorpresa un nuovo brano di E.L.F.O.: BIDIBAMBOMBOM. Il singolo, prodotto da Raffaele Montanari per PMS Studio, esce sempre per PMS con distribuzione Virgin Music.
BIDIBAMBOMBOM apre il 2025 con ironia e rappresenta una vera e propria contro-risposta di E.L.F.O. nei confronti della società giudicante e nei confronti dei microsistemi che intossicano il mercato musicale.
In questa intervista abbiamo cercato di capire il significato del titolo e come è nato il brano.
Prima di parlare del nuovo singolo, a distanza di mesi, come è andato il disco Dream? Ti ha dato soddisfazioni o qualcosa poteva andare meglio?
Dream è andato forte! Molto forte! Ci sono tante cose in ballo ancora legate al disco. Vediamo come va. Chiaramente un artista si aspetta sempre di più. Come mi disse un giorno Francesco Carlo “ ti devi meravigliare quando fai il disco d’oro! Tu hai sempre fatto buona musica.” Quindi proviamo a fare meglio no?
BIDIBAMBOMBOM. Questo è il titolo del tuo nuovo pezzo. Come mai questa scelta? C’è qualcosa di provocatorio o legato al tema del brano?
Ma il titolo richiama il ritornello con un tono sarcastico Bidibambombom. C’è un’immagine nel video che dice sott’inteso “Suka”. E ‘ la prima volta che uso termini appropriati alla situazione. Nella mia vita ho ricevuto molto odio e per fortuna anche tantissimo affetto. La gente ti odia semplicemente perché sei allegro non sanno cosa puoi nascondere, i dolori che si sono stratificati dentro di te. Ci hanno provato per l’ennesima volta dopo l’uscita di Dream. Mi sono trovato a non dormire di notte per una cosa che ha del surreale (va fa beni si rici a Riggiu) e questa è la mia risposta ”Bidibambombom”.
Di cosa parli quindi in BIDIBAMBOMBOM?
Parlo di quello che avviene naturalmente ogni giorno: invidia, odio gratuito. Tutte componenti che formano o sformano la società di adesso chiaramente in chiave ironica. Quest’estate, come ormai da anni, ho fatto un camp con bimbi che hanno un po’ di difficoltà sociali, un po’ come ero stato io da piccolo. C’erano degli aiutanti che mi hanno fatto sentire trap tutto il mese dicendomi “senti che rime” come se mi stessero descrivendo Dante Alighieri, allora ho scritto qualcosa di prettamente ironico con un po’ di messaggi diretti.
Un aneddoto sul video?
Abbiamo fatto le scene del combattimento ed il regista continuava a farcene fare una dopo l’altra. Dopo due ore, credevo di sciogliermi, ero disintegrato. Con me c’era Buggy campione italiano Iaksa, uno dei miei allievi della squadra di Ferrara Fighters team.
Al di là dell’aspetto discografico, stai lavorando ad altri progetti?
Assolutamente sì! Sto scrivendo un libro, alcuni testi per dei concorrenti di amici e altre cose molto carine che però non posso anticipare.
Propositi del 2025?
Fare buna musica e tanti live che sono la mia anima.
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Torna Livrea con ”Mistiche Vibre”, un omaggio a Neffa e alla forza autentica della musica
La musica vera nasce da momenti irripetibili, da connessioni profonde tra anime affini che si fondono in suoni capaci di sfidare il tempo. È da questa visione che prende forma la versione di “Mistiche Vibre” (Zona Neutrale / Takabisha Dischi “Talento Liquido” / Believe) firmata da LIVREA, un omaggio rispettoso e audace al capolavoro di Neffa, trasformato in un viaggio emozionale.
Tutto è iniziato durante un viaggio in auto verso il conservatorio di Rovigo, in un febbraio sorprendentemente caldo. Quel tragitto tra le lande del Polesine ha acceso l’intuizione di riarrangiare il brano, inizialmente pensato per i live. Ma la scintilla è diventata fuoco: il pezzo ha preso vita in studio, arricchendosi di sfumature e significati, fino a diventare una pietra angolare del nuovo progetto di LIVREA, “Diario di scavo”.
Questa nuova versione di “Mistiche Vibre” è il frutto di un’esperienza collettiva. Grazie alla produzione di Duck Chagall, il brano è stato costruito interamente attraverso una presa diretta in studio, dove Livrea, accompagnata da Pietro Girardi, Amedeo Abdul Jabbar, Davide Lorenzetti e Giovanni Sempreboni, ha dato vita a ore di sperimentazione musicale. È così che, strato dopo strato, sono nati pattern ritmici e armonici capaci di esplorare nuove dimensioni, rendendo protagonisti i musicisti e le loro emozioni.
Il risultato è un brano che trascende i generi: un mix sofisticato di nu soul contemporaneo, tromboni jazz che ruggiscono come barriti di elefanti e voci che evocano richiami arcaici. Ogni nota risuona di autenticità, come un tessuto di seta cucito addosso.
Attraverso una resa vocale che vibra di una sensibilità interpretativa unica, LIVREA riesce a catturare un’umanità frammentata, sospesa tra conflitto e possibilità di rinascita. Ogni sfumatura della sua voce e ogni scelta musicale sembrano scavare nelle emozioni più crude e reali, per poi lasciar emergere una speranza luminosa. È come osservare una pietra grezza, che grazie al tempo e alla cura si rivela brillante e preziosa, pronta a riflettere luce e significato.
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