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‘A Sud Di Nessun Nord’ il documentario di Willie Peyote a Lampedusa
È stato pubblicato sul canale YouTube ufficiale del rapper torinese Willie Peyote (Guglielmo Bruno, classe 1985), ‘A Sud Di Nessun Nord’, un breve documentario (8 minuti e 30 secondi), girato dal regista Stefano Carena, che racconta l’esperienza di Willie Peyote nell’isola di Lampedusa, luogo-simbolo di un’epoca, centro catalizzatore di umori contrastanti e testimone silenziosa di storie universali. L’idea del documentario è scaturita dalla volontà di descrivere l’isola attraverso gli occhi di chi la conosce davvero perché ci è nato o arrivato, di chi la vive, di chi ne sa riconoscere i cambiamenti.
Le testimonianze raccolte nel video sono di particolare importanza perché permettono di comprendere meglio la vita nell’ "isola dell’emergenza". Una terra di passaggio in cui non si nasce più e diventa un problema anche morire. Una terra in cui arrivano i migranti per raggiungere l’Europa che, dopo un primo soccorso, vengono trasferiti in altre zone d’Italia o in altri paesi.
Una frase, pronunciata dal proprietario di un bar-ristorante del luogo, intervistato da Willie Peyote, esprime l’essenza di Lampedusa: «Le tartarughe vengono a depositare le uova a Lampedusa e poi se ne vanno, questo è il significato della nostra isola. Arrivano proprio tutti. E poi se ne vanno. È una terra di passaggio. Le isole del resto sono dei "ponti"».
«Dopo averne sentito parlare e averne letto per anni, ci siamo resi conto che l’idea che avevamo in testa di Lampedusa era figlia del racconto che dell’isola era stato fatto dai media e dalle istituzioni; un racconto spesso anche molto diverso in base all’umore politico del momento, da ‘isola dell’emergenza’ a ‘esempio mondiale di accoglienza’ passando per la candidatura al premio Nobel per la pace. Solo una volta atterrati sull’isola ci siamo resi conto di quanto la realtà fosse, invece, molto diversa, ed abbiamo deciso di documentarla» W. Peyote
A Lampedusa, oltre al documentario, è stato girato con il patrocinio del Comune dell’isola, anche il videoclip del nuovo singolo di Willie Peyote ‘Io Non Sono Razzista Ma…‘, prodotto dal beatmaker Frank Sativa, già disponibile su YouTube. Il brano ironizza con amarezza sulle frasi fatte e gli slogan sull’accoglienza per svelare il razzismo che si cela dietro alcune prese di posizione. Quella di Willie Peyotoè la storia di un artista che, con impegno e sacrifici, è emerso dall’ambiente musicale underground torinese diventando la nuova scoperta della scena rap italiana. Anche se definirlo un rapper è riduttivo in quanto Willie Peyote è anche un vero e proprio cantautore che racconta storie, dipingendo immagini dettagliate del mondo attuale e dell’Italia in cui viviamo con le sue rime pungenti e ironiche. Il suo ultimo album “Educazione sabauda” ha conquistato un grande consenso di pubblico e critica.
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”10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il nuovo brano di Cura
“Era necessario un addio perché capissi che non c’è un addio per noi” – con queste parole CURA introduce “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il suo nuovo singolo in uscita venerdì 8 novembre, distribuito da ADA Music Italy.
Un brano scritto davanti a un camino, il primo giorno dell’anno, quando il suono di un pianoforte ripetitivo richiama nella mente dell’artista una nostalgia familiare, una storia sospesa nel tempo.
“Forse questa, è la mia storia infinita e, il coraggio di viverla, è stato tanto forte quanto quello di provare a dimenticarla”
CURA compone una traccia che rappresenta un viaggio intimo in quella che lei stessa definisce la sua “storia infinita.” C’è un senso di ritorno e perdita, un ciclo inevitabile in cui si rincorrono domande profonde: perché non è andata? Perché non siamo riusciti a far funzionare le cose? Eppure, nell’impossibilità di dimenticare, l’artista trova il coraggio di accettare quel legame indissolubile, consapevole che la musica, come una fotografia, è capace di fissare gli attimi, proteggendoli dall’usura del tempo.
In “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, testo e note diventano un eco che rimbalza tra passato e presente, come una ricerca costante di significato in quei legami che non smettono mai di attirarci.
Attualmente in tour con Alex Britti come corista, CURA è pronta a tornare a far parlare di sè con un brano che promette di risuonare in chiunque abbia mai vissuto la bellezza complessa di una storia senza fine.
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“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM
“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 8 novembre per Columbia Records/Sony Music Italy. L’EP sarà anticipato dal singolo “Bismillah” disponibile da venerdì 1 novembre.
“Gris Gris” è un termine ombrello in lingua senegalese -l’artista si è trasferito in Italia dal Senegal all’età di 9 anni- che racchiude il ricchissimo mondo magico del Paese. Gris Gris è un amuleto, un oggetto che può essere benefico o maligno, ma è anche un simbolo per ritrarre un più complesso sistema di credenze, fatto di rituali, esoterismo e comunità. La cultura psico-magica africana che ha nutrito il giovanissimo artista nella sua crescita viene raccontata e celebrata all’interno del suo progetto d’esordio, in cui parte di “questa” magia trova manifestazione anche attraverso la musica.
Il retaggio e le radici del rapper costituiscono il fulcro della sua identità artistica, che diventa un ponte tra due mondi distanti, unendo l’urban occidentale -grazie a un flow che ricorda l’attitudine cruda del rap anni 2000- alla cultura senegalese -esplorata nel suo immaginario e nelle sue sonorità, dando vita ad un sound inedito ed eterogeneo, che attinge da elementi afrowave.
L’EP raccoglie pensieri e racconti di strada passati sotto al filtro di uno sguardo quasi spirituale: EM descrive con autenticità il proprio vissuto cercando un senso di speranza, di predestinazione e di “fede” -in senso lato- che emergono dalle liriche e dagli aneddoti presenti nelle tracce.
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Fuori il video ufficiale di ”L’Ho Fatto”, il brano di Jap & Paggio in collaborazione con Flesha e Numb
Jap & Paggio chiudono il cerchio con “L’Ho fatto”, terzo singolo estratto dal disco Old But Gold, uscito qualche mese fa dopo la pubblicazione di Ill Rap nel 2009, Bombe a Mano nel 2012 e l’Ep Hiphopcrisia nel 2013. Con questo ritorno, il duo hip hop più acclamato di Verona, ha saputo riconfermare la propria posizione senza deludere i fan e conquistandone di nuovi. Attraverso un disco che la critica di settore ha definito “vincente”, Jap & Paggio si sono messi in discussione più che mai strizzando l’occhio alle nuove generazioni e proponendo chiavi di lettura nuove, ma solide e in linea con la cultura Hip Hop.
L’Ho Fatto rappresenta l’ultimo tassello dopo i singoli Manette e Don’t Stop. Il video, per la regia di Maurizio Zatachetto e Mattia Bonizzato, è stato principalmente girato al Lago di Garda ed è stato realizzato quasi interamente in riva al lago per valorizzare il suo sapore soul attraverso i colori del tramonto.
L’Ho fatto, brano che vede fra le collaborazioni Flesha e Numb, simboleggia l’abbandono delle influenze materiali ed è un brano trasparente che vuole urlare a tutti: “Fate quello che volete nella vita ma fatelo bene”. I richiami al passato di Flesha e la cruda onestà delle argomentazioni di Jap spiazzano l’ascoltatore mentre Numb trasforma il vetro che è dentro l’anima di tutti in preziosi smeraldi attraverso la sua voce soul e calda. Jap & Paggio spiegano:
“L’ho fatto è un pezzo che per chi cerca ancora le proprie risposte nell’intricato mondo personale, arriva dritto come una freccia. Non ci limitiamo a rimare e fare musica, ma snoccioliamo gli argomenti e le note con incredibile consapevolezza. Sentiamo molto nostro questo pezzo e siamo convinti che abbia una marcia in più rispetto ad altre canzoni che si ascoltano in radio in questo periodo. Noi ci crediamo anche perché ha un rif che entra facilmente in testa già dal primo ascolto. E se anche voi avete fatto “Wow” ascoltando questa track, allora siete pronti per alzare la testa, sorridere a voi stessi e muovere i propri passi verso ciò che volete davvero essere.Il brano è prodotto da Paggio che riporta ai suoni creati al tempo con un fruity loops, mixando con saggezza una carezza funky ad un carosello di synth. Numb si impone nel ritornello con una voce graffiata che stupisce, che motiva, che dà la carica a chi ascolta.
Nel complesso, L’Ho Fatto propone una musicalità che strizza l’occhio al commerciale, senza dover indossare maschere imposte dalle Major.
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