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FEDERICO BARONI ci racconta la deluxe edition del suo album “BLACKOUT”: “La musica ci ricorda che non siamo soli”

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Dopo la pubblicazione di “BLACKOUT”, il suo nuovo album disponibile dal 24 maggio, Federico Baroni è tornato con una deluxe version del disco con 5 bonus track riarrangiate live in full band che sono disponibili con cadenza settimanale ogni venerdì dal 5 luglio al 2 agosto.

Questa nuova edizione del progetto si dipinge come un viaggio che impreziosisce ancor di più il percorso tracciato con la versione originaria dell’album con delle nuove tessere di questo mosaico che vanno a comporre un disegno che richiama all’autenticità, all’essenza e alla volontà di riportare la musica e il messaggio che si vuole trasmettere al pubblico al centro di tutto.

Chi meglio di Federico Baroni poteva raccontarci questo progetto? Noi di Honiro Journal lo abbiamo intervistato!

Federico, la deluxe di “BLACKOUT” ha 5 bonus track riarrangiate live in full band e si capisce presto come questa scelta sia per valorizzare la musica dal vivo. Qual è l’aspetto che ti lega più al tuo pubblico? Cosa ti colpisce maggiormente e come mai la necessità di riportare al centro la musica dal vivo?

Tutto è cominciato per il fatto che per due anni non ho suonato dal vivo. Il mio primissimo approccio con la musica però, era stato proprio suonando con una band, vedendosi dal vivo con gli amici. Avendo iniziato a fare musica in quel modo è stato quindi molto difficile adattarsi allo stravolgimento di questi ultimi anni, dove si sono incrociate più variabili, dall’esplosione di TikTok alle restrizioni per il covid. Dopo aver suonato per un periodo live con la base avvertivo proprio la necessità di ripartire con la band e di ritrovare la passione per questo tipo di musica.

Ho sentito suonare live dal vivo per la prima volta i Planet Butter e ho subito pensato che sarebbe stato bellissimo e interessante unire il loro sound abbastanza ricercato al mio universo stilistico, magari tralasciando quella vena prettamente pop che mi aveva accompagnato negli ultimi tempi. Ho studiato musica, solfeggio, suono tre strumenti e quindi mi piaceva l’idea di far scoprire al pubblico che dietro le canzoni ci fosse molto di più. Abbiamo quindi iniziato un lavoro di riarrangiamento, registrando i pezzi nello storico studio di Tommaso Colliva (Grammy della musica italiana, ha prodotto “Fai Rumore” di Diodato e molte altre..). Da lì scaturisce, in modo estremamente spontaneo, la volontà di dar vita ad una Deluxe edition del disco, pubblicando una traccia a settimana, come dei pezzi di puzzle che, uno alla volta, vanno a completare il disegno del progetto.

Per ora questo è sicuramente l’album del mio percorso musicale di cui vado più fiero, ci sono stati dei feedback bellissimi, sia da parte di musicisti sia addetti ai lavori e questo mi rende molto felice.

Mi è piaciuto molto questo desiderio di voler valorizzare la musica dal vivo perché mi è sembrata, metaforicamente, anche una ricerca di un’autenticità particolare. Quanto è importante per te, nella musica ma anche nella vita in generale, avere il coraggio di mostrare la propria vera essenza?

Hai detto benissimo,tutto nasce dalla voglia di esprimere la sincerità di ciò che faccio, molto spesso però questo messaggio nel mondo della musica è ostacolato da nuove forme di comunicazione (come ad esempio TikTok e i social in generale) e sistemi a cui ci stiamo, forse inconsapevolmente, abituando e standardizzando sempre di più. Sono tutti anelli di una catena che non porta ad altro se non ad una alienazione totale dal proprio progetto e identità artistica.

Fortunatamente mi reputo una persona dal carattere forte, ho viaggiato molto e questo ha contribuito ad avere una mentalità aperta, ho dovuto affrontare situazioni difficili, ma nonostante questa mia personalità mi è comunque capitato di credere e farmi condizionare da ciò che mi era stato detto, quindi per un artista che si affaccia adesso a questo mondo credo sia ancora più difficile avere la forza di opporsi a queste dinamiche o di non scendere a compromessi. Spesso purtroppo si posta un contenuto magari giusto per divertimento e totalizza milioni di views, quando invece ciò a cui abbiamo veramente dedicato tempo, passione, impegno e sacrifici passa più inosservato. Allo stesso modo ci sono degli artisti nel panorama musicale attuale che sono indubbiamente dei talenti ma purtroppo non gli viene data la visibilità che si meritano.

Sarebbe bello che le discografiche tornassero a fare scouting, a cercare i progetti artistici più interessati anche (e forse soprattutto) tra i ragazzi ancora non conosciuti, non preoccupandosi del numero di followers o di altre variabili che spesso hanno pochi punti di contatto con l’arte. Mi piacerebbe che la musica tornasse al centro, perché è il modo forse più vero che abbiamo per trasmettere e raccontare il mondo che abbiamo dentro.

Nell’artwork di “BLACKOUT” stai ascoltando musica, con le cuffie, mentre abbracci te stesso. In che modo questo progetto vuole essere un abbraccio per chi lo ascolta, far sentire meno soli, compresi, chi indossa le cuffiette e preme play sull’album?

Il significato della copertina è proprio questo, ho voluto che fosse molto essenziale perché quell’immagine raccontava già tutto. La verità è che ognuno attribuisce e vede nelle canzoni il significato che vuole quindi per me creare un progetto che potesse comunicare al pubblico tramite una propria visione artistica era importantissimo. Personalmente, in tanti momenti la musica è stata e continua ad essere un abbraccio, metaforicamente quella persona che, quando ti senti solo, ti ricorda quanto in realtà tu non lo sia mai davvero. La cover è lo specchio di ciò che viviamo noi artisti, la musica è qualcosa di astratto eppure a volte assume un significato estremamente reale per quanto è in grado di cambiare la vita di chi la incontra. A volte non ci serve niente, ci basta una canzone.

All’interno del progetto c’è “Jackpot”, come si legge nel comunicato stampa un brano scritto nel post lockdown per comunicare la voglia di un ritorno alla normalità e al senso di libertà di cui ognuno di noi ha bisogno. Cos’è per te la libertà? Sia a livello artistico sia in generale?

Per me la libertà è come la felicità, se potessimo assaporarla sempre ininterrottamente probabilmente non sarebbe intesa come tale. Credo quindi che sia la felicità sia la libertà siano dei ritagli di vita, ciò che in realtà cerchiamo è la serenità, perché emozioni come la felicità non potranno mai essere eterne. Credo anche che molti sentimenti esistano per contrapposizione, la sensazione di libertà emerge dopo esserci sentiti in gabbia, in un momento dove eravamo nel vero senso della parola “intrappolati” dentro casa ho riflettuto su come un aspetto così semplice delle nostre vite ovvero la libertà fosse in realtà non così scontato e alla base di tutto. Penso che nel momento in cui iniziamo a sentirci prigionieri cominciamo anche ad essere infelici, per me è quindi importante trovare le proprie libertà ogni giorno, partendo da un nuovo modo di vedere e affrontare le difficoltà e gli avvenimenti della vita.

Solitamente prima di concludere un’intervista chiedo sempre se c’è qualcosa che non ti ho chiesto (riguardo la tua musica, tu stesso, il tuo progetto artistico…) che però ci terresti a far sapere ai nostri lettori

Il mio più grande desiderio è di trasmettere tramite la musica ciò che ho vissuto, ma credo che questo non sia fattibile al 100% tramite uno schermo, per questo, per arrivare a pieno al mio pubblico, ho sentito la necessità di portare questi brani live su un palco con dei musicisti. Ritengo che sia anche importante, soprattutto in questo periodo, fare musica per passione, per divertimento, perché ormai troppo spesso siamo legati e condizionati da classifiche, numeri, e molti altri meccanismi.

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“La Crisi dell’Uomo” è il nuovo album dei Grill Boys, disponibile da venerdì 28 marzo

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“La Crisi dell’Uomo” è il nuovo album dei Grill Boys, disponibile da venerdì 28 marzo in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale per peermusic ITALY.

Un album come specchio di una generazione disillusa, “La Crisi dell’Uomo” esplora il contrasto tra il bisogno di imporsi e il rischio di perdersi, tra il desiderio di controllo e la paura di non bastare. Il protagonista di questo terzo capitolo della trilogia dei Grill Boys è Giovane Giovanni, che vive e descrive le relazioni amorose in maniera differente: ora fa il duro e gioca con il potere della seduzione (“Motel”), altre volte cerca di mantenere il controllo senza accorgersi di essere lui stesso vittima del gioco (“Lolita”), fino a scontrarsi con una figura femminile inarrivabile (“Donna Alfa”). Ma dietro l’apparenza c’è il crollo: con la consapevolezza di non essere più all’altezza, si finisce a supplicare la persona amata (“Riconoscimi”).

I Grill Boys traducono inquietudini personali e collettive in storie che mescolano vita vissuta, riferimenti cinematografici e suggestioni letterarie, costruendo un universo sonoro che attinge al punk, al rock, fino al funk e alla new wave. Nel nuovo lavoro discografico, il collettivo milanese ricerca sicurezze in un mondo instabile, cercando di ribaltare le regole per farsi sentire. Tra richiami alla colonna sonora di un noir anni ’70 e il caos di una relazione senza parole, il nuovo album dei Grill Boys è un lavoro che racconta il disagio con leggerezza e il fallimento con energia,  come in un film con una narrazione che si spezza nel finale: prima il nastro si riavvolge su se stesso, quasi a chiudere il racconto con ironia (“Cantautorato”) prima di sfociare in un inno di ribellione (“Pirati delle etichette”) che conferma l’identità del collettivo.

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“Pesa tutto il mondo addosso” è il nuovo album di Bordeaux, disponibile da venerdì 28 marzo

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“Pesa tutto il mondo addosso” è il nuovo album di Bordeaux, disponibile da venerdì 28 marzo in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming,distribuito da Artist First.
Il nuovo album di Bordeaux racconta il passaggio all’età adulta come un percorso di crescita e trasformazione, fatto di scelte che definiscono il futuro e di emozioni che ne scandiscono ogni fase. Diventare grandi significa ridefinire i propri confini, attraversare il caos con uno sguardo consapevole, alla ricerca di un nuovo equilibrio. Nei nove brani che compongono il disco si intrecciano sentimenti contrastanti che fanno parte del passaggio all’età adulta tra euforia e leggerezza, malinconia e il peso delle scelte che plasmano ciò che saremo domani.
La produzione di Dario Jacque intreccia profondità emotiva e raffinatezza sonora, amplificando l’intensità del racconto con un mix raffinato di atmosfere eteree e suoni elettronici, in un viaggio sonoro che esalta il significato di ogni brano: l’album affronta temi attuali e universali come l’ansia sociale e la pressione di dover essere sempre produttivi in una società frenetica, contrapposti al bisogno di autenticità e introspezione. Anche l’amore emerge con le sue dualità: da una parte è una bellezza senza tempo, dall’altra può amplificare il timore di definire “qualcosa di speciale”.

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L’eco di Sedici tra i grovigli della mente e il desiderio di serenità nel suo nuovo brano, ”eco // non esiste solo l’ansia”

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L’eco di Sedici tra i grovigli della mente e il desiderio di serenità nel suo nuovo brano, eco // non esiste solo l’ansia, in uscita il 28 marzo per Honiro Label e Luppolo Dischi.Con il corpo puoi trovarti ovunque, ma spesso ciò che suggeriscono i nostri pensieri ricorrenti è disconnesso: le paure, le angosce, gli ostacoli che impediscono una visuale più vicina alla realtà. E qui si cela la profondità di un semplice messaggio: vivere le cose per quello che sono, per quello che ci trasmettono a livello emotivo e a livello esperienziale. L’ansia è uno schermo dentro cui vediamo forse fin troppi nostri frammenti. A volte, bisogna prendersi il momento per spegnere il suo loop e guardarci con altri occhi, quelli dello stupore.  “Ho scritto “eco//non esiste solo l’ansia” su una scogliera in Grecia, ma nella mia testa ero ancora nella mia cameretta, con l’ansia. Racconta, tra sonorità pop ed elettroniche, quella sensazione di disconnessione tra dove sei fisicamente e dove sei mentalmente, come se la mente restasse intrappolata altrove. Nel ritornello ho gridato per sentire l’eco, per provare a sentirmi davvero presente. Ma alla fine capisco che non esiste solo l’ansia: c’è qualcosa di più, anche se è difficile vederlo. – ci racconta l’artista.

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