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“Granata”, il nuovo estratto dal prossimo album dei Coma_Cose
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Ci sono canzoni che non si limitano a suonare bene, ma ti restano dentro, ti fanno riflettere, ti fanno sentire meno sol*. “Mille Volte”, il nuovo singolo delle EMSAISI
Ci sono canzoni che non si limitano a suonare bene, ma ti restano dentro, ti fanno riflettere, ti fanno sentire meno sol*. “Mille Volte”, il nuovo singolo delle EMSAISI, in uscita venerdì 31 gennaio per Spaghetti Unplugged e ADA Music Italy, è una di quelle canzoni.
Con delicatezza e profondità, le EMSAISI ci portano in un mondo fatto di emozioni sincere e pensieri non detti, affrontando una realtà che troppe donne conoscono bene: la difficoltà di sentirsi sicure nello spazio pubblico. “Mille Volte” è una confessione, ma anche una dichiarazione di forza. È il racconto di un’esperienza personale che diventa universale, di una solitudine che si dissolve quando ci si riconosce parte di qualcosa di più grande.
“Come nuovo singolo abbiamo scelto un pezzo che rivolge lo sguardo verso chi siamo state e alle noi che stiamo diventando. Sentiamo di camminare al passo con il nostro progetto, che stiamo amando tanto”
Il testo è un alternarsi di ombre e luci, come i pensieri che ci accompagnano nei momenti più difficili. “Ho già fatto mille passi, tu non mi raggiungi”, canta il trio romano, mescolando una voglia di fuga a un’irresistibile determinazione a restare. Ogni verso è un passo avanti, ogni nota un invito a guardarsi dentro e a non cedere.
Le sonorità soft pop del brano abbracciano l’ascoltatore, creando un’atmosfera intima ma potente, perfetta per amplificare un messaggio che parla al cuore e alla mente. È una musica che consola, ma non si accontenta di farlo: vuole scuotere, far riflettere, ricordarci che siamo più forti insieme.
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A odio e invidia rispondo con” Bidibambombom”, intervista a E.L.F.O.
E.L.F.O., rapper di Reggio Calabria attivo dal 1998 e da anni ormai con base a Ferrara, aveva già sorpreso il pubblico nell’aprile 2024 con la pubblicazione del suo secondo disco solista dal titolo Dream.
Il disco, fuori per l’etichetta ravennate PMS Studio e distribuito da Virgin Music Group, con le sue undici tracce Hip Hop è stato menzionato dai più importanti siti di settore e ha ottenuto ottimi risultati anche dal punto di vista della promozione radiofonica.
A distanza di mesi, esce a sorpresa un nuovo brano di E.L.F.O.: BIDIBAMBOMBOM. Il singolo, prodotto da Raffaele Montanari per PMS Studio, esce sempre per PMS con distribuzione Virgin Music.
BIDIBAMBOMBOM apre il 2025 con ironia e rappresenta una vera e propria contro-risposta di E.L.F.O. nei confronti della società giudicante e nei confronti dei microsistemi che intossicano il mercato musicale.
In questa intervista abbiamo cercato di capire il significato del titolo e come è nato il brano.
Prima di parlare del nuovo singolo, a distanza di mesi, come è andato il disco Dream? Ti ha dato soddisfazioni o qualcosa poteva andare meglio?
Dream è andato forte! Molto forte! Ci sono tante cose in ballo ancora legate al disco. Vediamo come va. Chiaramente un artista si aspetta sempre di più. Come mi disse un giorno Francesco Carlo “ ti devi meravigliare quando fai il disco d’oro! Tu hai sempre fatto buona musica.” Quindi proviamo a fare meglio no?
BIDIBAMBOMBOM. Questo è il titolo del tuo nuovo pezzo. Come mai questa scelta? C’è qualcosa di provocatorio o legato al tema del brano?
Ma il titolo richiama il ritornello con un tono sarcastico Bidibambombom. C’è un’immagine nel video che dice sott’inteso “Suka”. E ‘ la prima volta che uso termini appropriati alla situazione. Nella mia vita ho ricevuto molto odio e per fortuna anche tantissimo affetto. La gente ti odia semplicemente perché sei allegro non sanno cosa puoi nascondere, i dolori che si sono stratificati dentro di te. Ci hanno provato per l’ennesima volta dopo l’uscita di Dream. Mi sono trovato a non dormire di notte per una cosa che ha del surreale (va fa beni si rici a Riggiu) e questa è la mia risposta ”Bidibambombom”.
Di cosa parli quindi in BIDIBAMBOMBOM?
Parlo di quello che avviene naturalmente ogni giorno: invidia, odio gratuito. Tutte componenti che formano o sformano la società di adesso chiaramente in chiave ironica. Quest’estate, come ormai da anni, ho fatto un camp con bimbi che hanno un po’ di difficoltà sociali, un po’ come ero stato io da piccolo. C’erano degli aiutanti che mi hanno fatto sentire trap tutto il mese dicendomi “senti che rime” come se mi stessero descrivendo Dante Alighieri, allora ho scritto qualcosa di prettamente ironico con un po’ di messaggi diretti.
Un aneddoto sul video?
Abbiamo fatto le scene del combattimento ed il regista continuava a farcene fare una dopo l’altra. Dopo due ore, credevo di sciogliermi, ero disintegrato. Con me c’era Buggy campione italiano Iaksa, uno dei miei allievi della squadra di Ferrara Fighters team.
Al di là dell’aspetto discografico, stai lavorando ad altri progetti?
Assolutamente sì! Sto scrivendo un libro, alcuni testi per dei concorrenti di amici e altre cose molto carine che però non posso anticipare.
Propositi del 2025?
Fare buna musica e tanti live che sono la mia anima.
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Torna Livrea con ”Mistiche Vibre”, un omaggio a Neffa e alla forza autentica della musica
La musica vera nasce da momenti irripetibili, da connessioni profonde tra anime affini che si fondono in suoni capaci di sfidare il tempo. È da questa visione che prende forma la versione di “Mistiche Vibre” (Zona Neutrale / Takabisha Dischi “Talento Liquido” / Believe) firmata da LIVREA, un omaggio rispettoso e audace al capolavoro di Neffa, trasformato in un viaggio emozionale.
Tutto è iniziato durante un viaggio in auto verso il conservatorio di Rovigo, in un febbraio sorprendentemente caldo. Quel tragitto tra le lande del Polesine ha acceso l’intuizione di riarrangiare il brano, inizialmente pensato per i live. Ma la scintilla è diventata fuoco: il pezzo ha preso vita in studio, arricchendosi di sfumature e significati, fino a diventare una pietra angolare del nuovo progetto di LIVREA, “Diario di scavo”.
Questa nuova versione di “Mistiche Vibre” è il frutto di un’esperienza collettiva. Grazie alla produzione di Duck Chagall, il brano è stato costruito interamente attraverso una presa diretta in studio, dove Livrea, accompagnata da Pietro Girardi, Amedeo Abdul Jabbar, Davide Lorenzetti e Giovanni Sempreboni, ha dato vita a ore di sperimentazione musicale. È così che, strato dopo strato, sono nati pattern ritmici e armonici capaci di esplorare nuove dimensioni, rendendo protagonisti i musicisti e le loro emozioni.
Il risultato è un brano che trascende i generi: un mix sofisticato di nu soul contemporaneo, tromboni jazz che ruggiscono come barriti di elefanti e voci che evocano richiami arcaici. Ogni nota risuona di autenticità, come un tessuto di seta cucito addosso.
Attraverso una resa vocale che vibra di una sensibilità interpretativa unica, LIVREA riesce a catturare un’umanità frammentata, sospesa tra conflitto e possibilità di rinascita. Ogni sfumatura della sua voce e ogni scelta musicale sembrano scavare nelle emozioni più crude e reali, per poi lasciar emergere una speranza luminosa. È come osservare una pietra grezza, che grazie al tempo e alla cura si rivela brillante e preziosa, pronta a riflettere luce e significato.
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