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Guè Pequeno, il Gentleman di Platino del Rap italiano

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Rimo da quando… Nell'oceano del rap italiano è ancora lui lo squalo. Guè Pequeno si
conferma leader della scena con un album che ha da poco ottenuto la certificazione a
Disco di Platino. Applausi scroscianti. Con Gentleman, Guè si è fatto un selfie con la
scena rap attuale. In che senso? L'album ha tutti gli ingredienti del disco perfetto. Suona
moderno, con qualche pezzo street, qualche altro pi๠trap, un paio di commercialate e
quel velo di sana tamarragine che all'Hip-Hop piace e come. Non lo ha scalfito
minimamente la scelta evidentemente saggia di mettere sul mercato due versioni differenti
del disco. Hit. àˆ sopravvissuto all'era delle major che non guardavano di buon occhio il
rap. Poi alle critiche e al dualismo (a mio avviso da superare) tra “commerciale” e
“underground”. Poi all'hype di un disco targato Def Jam. Poi all'onda d'urto provocata da
un successone come Santeria, l'album che lo scorso anno ha riportato al top sia lui che
Marracash.



Dai diciamocelo: Gentleman ha tutti gli ingredienti del disco perfetto.



-In collaborazione con-

Il capitolo dei feat. non è banale. Guè ha fatto esattamente ciò che gli pareva. Un po'
come sempre, questo è vero. Certo, vedere nello stesso disco Tony Effe e Enzo Avitabile
potrebbe sembrare un tantino strano. Infatti quando è uscia la tracklist mi sono detto: “O
qui c'è una botta di genio, o un flop totale”. Chiariamoci, la Dark Polo Gang è il fenomeno
del momento, Sfera è stato quello dell'immediato passato (e comunque non è che se la
passa male), in mezzo a loro c'è Laioung, apprezzato (giustamente) da tutta la scena,
Luchè è idolo al sud e pompato al nord, Vale Lambo e Frank White le scommesse per
motivi diversi, Marracash il gemello del gol e El Micha è un chapo che all'estero di culi ne
fa muovere molti. Quindi, paraculata? No, piuttosto astuzia e gusto personale. Guè non ha
mai detto di non apprezzare gli artisti presenti nel suo album nonchà© il suo amore per il
ritmo latino del Reggaeton. Quindi, haters, poggiate le dita su tastiere lontane da foto di
Guè.



-Scintillante-

Niente, ha avuto ragione lui. In tutto. E pensare che partiva pessimista: in un'intervista
aveva detto che difficilmente avrebbe fatto doppio platino con Gentleman. Ok, nessuno
double, però ne sono piovuti di riconoscimenti.



Relaxx, Milionario e Scarafaggio – Disco d'Oro
Lamborghini – Disco di Platino
Gentleman, l'album – Disco di Platino
A due mesi dall'uscita, l'album è ancora al n.1 della classifica FIMI dei dischi pi๠venduti.



Esperienza, business, capacità  di adattamento. Nell'oceano musicale, lo squalo bianco ha
ancora tatuata una sigla sulla pinna: G.U.E.



Di _Riccardo Zianna_

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La cruda legge della ‘’trappola’’ secondo la Gotti Mafia, il primo producer album di Youngotti, in uscita il 9 maggio

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La cruda legge della ‘’trappola’’ secondo la Gotti Mafia, il primo producer album di Youngotti, in uscita il 9 maggio per Honiro Label.

Trap culture, sonorità distintive e la ‘’fame’’ di un mondo musicale che ha qualcosa da raccontare, tra lati di vita estrema e necessità di non perdere la propria attitudine. Questi sono i comandamenti cardini del disco di Youngotti, produttore eclettico e ben navigato in atmosfere dark, cupe, dove non esiste una legge morale, un giusto e sbagliato che governano la realtà, ma la realness della vita di tutti i giorni, nel bene o nel male.

E a dar voce alla narrazione corale troviamo nomi che riescono a ben rappresentare non solo il suo leitmotiv, ma che hanno lasciato e stanno lasciando anche un segno indelebile nell’avvenire dell’urban sempre più rinnovato e complesso

Tracklist:

1 – Gucci Mane ft. Zep Dembo

2 – Wuh Wuh ft. Raspyy, Flaco G, KFresco

3 – Moltiplicarli ft. Side Baby, Vaz Tè

4 – Attico ft. Disme

5 – Skeleton ft. Rayan, Intifaya

6 – Gorilla ft. Baby Kirua

7 – Total 90 ft. Zep Dembo, Ne*ro

8 – Mafia ft. Raspyy

9 – Oxy ft. Scaccia

10 – Schiacciaratti ft. ODT

11 – Coast To Coast ft. Enzo Benz

12 – Zombie ft. Gizy, BabyRich

13 – Panette ft. Chicoria

Come ci racconta l’artista: ‘’In ”Gotti Mafia” ho cercato di unire identità differenti, figure istituzionali e nuove leve del mondo trap, portando il mio punto di vista sulla scena e creando un vero e proprio incontro generazionale nella musica. Non è stato semplice mettere d’accordo più artisti con stili diversi, ma il risultato finale mi rende orgoglioso e consapevole che il futuro del genere è in mano a persone talentuose che possono portarsi sulle spalle un’urgenza espressiva e un linguaggio in continuo cambiamento’’. 

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Cajo, il ritorno. “Redivivo” all’Hiroshima Mon Amour (22 maggio)

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Cajo, controverso rapper di Torino della classe ’75, torna dopo quasi 15 anni di assenza presentando il suo nuovo disco, “Redivivo”, sul palco dell’Hiroshima Mon Amour il 22 maggio 2025.

La storia di Cajo è segnata anche dal legame profondo con DJ Fabo, amico fraterno e compagno di visioni musicali con cui condivideva una promessa: non rimandare mai i propri sogni. 

In questa intervista, Cajo, ci racconta del suo passato, del suo ritorno e ci spiega qualcosa in più sul disco e sull’evento previsto per il 22 maggio a Torino. I biglietti per l’evento si possono acquistare qui: https://www.mailticket.it/evento/46655/cajo 

Cajo. Ti andrebbe di dire brevemente ai nostri lettori chi sei?

Sono Fantozzi e Charlie Brown. Un debole che ha scoperto di avere una gran forza. Un ex timido al quale sono cadute tutte le maschere. Uno sciocco autolesionista che per una volta ha deciso di volersi bene. Quello che sembrava tempo perso, talento sprecato, sconfitta, frustrazione… sono diventati il motore più potente di Redivivo. Se è vero che l’imbarazzo e la fretta sono due tra i nemici maggiori di chi tenti di proporre una qualunque forma di arte… ho dovuto e voluto fare pace con quei due mostri prima di lasciarmi in pace e scoprire io per primo che cosa davvero avevo da dire.

Come mai ad un certo punto hai smesso di fare rap. O meglio: di pubblicarlo?

La mia vita extra musicale mi ha man mano risucchiato, l’amore per gli altri ha anticipato quello per me stesso e mi sono dimenticato di me. Mi sono nascosto così bene che non mi trovavo più. Ma una certa ispirazione non ha mai smesso di venire a trovare lei me e così scrivevo anche sul ponteggio di un cantiere. Di notte con gli occhi su un sequencer e di giorno con le occhiaie. Ho lasciato che la quotidianità mi imponesse la razionalità e quella si è mangiata la magia. Ma poi la magia ha trovato il modo di farsi rivomitare.

Fino ad oggi che sei tornato con Redivivo. Che fra l’altro credo sia il tuo primo disco ufficiale. A cosa è dovuto il tuo ritorno?

Alle mie viscere, è dovuto alle mie viscere. Lo devo a loro e oggi le ringrazio. Ho sempre sentito questa spinta dentro che ripeteva “non ci credere, non ti spegnere”. “Io no” tipo Vasco. Non voglio diventare “un uomo da bruciare” come canta Zero. Non voglio farmi mettere “in fila per tre” come dice Bennato. Avevo promesso a me stesso prima, molto tempo fa, e a Fabiano poi che avrei canalizzato tutta quella enorme energia. Ma ho dovuto ritrovarmi ad un passo dalla fine in un reparto oncologia per accorgermi che non era più tempo di rimandare. “ho pianto fino a morire e sono morto, è morto tutto… tranne il corpo”.

 Il 22 maggio presenterai il disco all’Hiroshima Mon Amour. Come si svolgerà la serata? Quali saranno gli artisti presenti e gli ospiti?

Artisti e ospiti sono già presentati nella line up del Live ma non vogliamo svelare tutte le sorprese. Sarà il racconto di una storia carico di autoironia. Di chi prende sul serio quello che fa e meno sul serio sé stesso. Sento l’entusiasmo e la responsabilità di “incarnare” in qualche modo Redivivo. Non è un abito che si indossi: è proprio carne, pelle, sangue, vita.  Sono io a farlo esistere a e farlo succedere. E questo mi sorprende. Più avanzo e meno so, meno so e più mi piace. Oggi, mi piace.

Tu come ti senti a riguardo? Che emozioni provi ad andare all’Hiroshima di nuovo?

Mi ripeto, sono entusiasta. Non vedo l’ora. È la chiusura di un grande cerchio. Storicamente ho sempre vissuto emotivamente bene ciò che precede i live e poi i live stessi. I veri problemi li avevo dopo, quando calava l’adrenalina. Questa volta so che mi godrò l’intera esperienza.

Sei stato assente un bel po’. Perdonami il termine. Quali sono i cambiamenti in positivo e in negativo nella scena Hip Hop Italiana rispetto a quando hai iniziato?

Quella che oggi chiamiamo scena ha perso i connotati della comunità. È più l’assieme di tante iniziative individuali. Oggi è più facile fare musica e non ci sono più i taboo di una volta. È bello che ognuno si senta libero di proporre le proprie intuizioni nella maniera più personale e originale possibile. Quello che per me non è cambiato e non cambierà mai è il rispetto: per sé stessi, per gli altri, per il proprio genere musicale e per la musica in generale. “Rispetto” è una delle parole chiave dell’HipHop,

Ultima domanda, questa volta sul disco. Quali sono le tematiche che troviamo al suo interno?

Si tratta davvero un album vario, variopinto e variegato. Nelle scelte musicali quanto nei testi. Si parla di rinascita, di cadere e rialzarsi, di perdere la rotta e ritrovarla. Ma anche di adolescenza, d’amore, di come usiamo il cervello o di come torturiamo l’italiano. Ed è un tripudio di scatole cinesi, dietro ad ogni leggerezza c’è qualcosa di più profondo. Profondo come… la leggerezza.

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A volte bisogna correre controvento per ‘’stare al passo’’, il nuovo singolo di sedici, in uscita il 2 maggio

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A volte bisogna correre controvento per ‘’stare al passo’’, il nuovo singolo di sedici, in uscita il 2 maggio per Honiro Label e Luppolo Dischi.

Il mondo ci vuole pronti, attenti ai meccanismi di un sistema contorto e non facile da comprendere, seguendo un modello di perfezione non umano. Ma, ad un certo punto, ciò che rimane una certezza di fatto è che il nostro lato interiore, il nostro lato più umano, appunto, che ci rende noi stessi, ha bisogno di emergere, di esprimere la propria urgenza. Infatti, la nostra natura può cambiare, ma non può essere annullata la necessità di seguire l’indole, i propri tempi, seguendo, in un certo senso, il tempo di ogni passo. In “stare al passo” racconto della resilienza, della continua ricerca di sé e di come, nonostante le difficoltà e le sfide della vita, si possano trovare energia e forza dentro se stessi. Dunque, non arrendersi mai e ‘’seguire le vibes’’, ovvero, essere positivi e fiduciosi nonostante gli alti e bassi della vita, che rimangono per noi ricordi indelebili. Infatti, ‘’scatto polaroid’’ diventa il mio mantra  nella voglia di vivere la vita per quello che offre con determinazione e consapevolezza. – ci racconta l’artista.

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