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Abbiamo scelto i migliori dischi del 2019
Il 2019 in tre parole? Rivoluzionario, inatteso, “stressato” dalle tante uscite che lo hanno contraddistinto. È stato l’anno delle piacevoli sorprese, dei ritorni incredibilmente attesi e delle rosee aspettative sul futuro. Un anno in cui è stata ancora la trap a farla da padrona nelle classifiche e in cui si è intravista un’alba delle sonorità reggaeton.
Noi di Honiro Journal abbiamo scelto i 6 album del 2019, i dischi e gli artisti che secondo noi hanno maggiormente segnato questa annata. Ad ognuno abbiamo assegnato una parola, per identificarli al meglio.
- Marracash – “Persona”
I testi. Ok potremmo stare qui ore a parlare di quello che forse è addirittura il disco del triennio (quantomeno) ma la cosa che più ha segnato questo lavoro di Marracash sono stati i testi. In un periodo storico segnato dallo “skrt”, il King del Rap ci ha fatto capire che la scrittura è ancora alla base del rap.
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- Tha Supreme – “23 6451”
Rivoluzione. Un sound mai sentito prima. Leggerezza ed innovazione senza la pretesa di dire “sono il numero 1” ma con la consapevolezza di essere riuscito a creare qualcosa di davvero unico. Una ventata d’aria fresca che serviva decisamente.
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- Night Skinny – “Mattoni”
Street credibility. È come se Night Skinny avesse avuto la necessità di dire “ragazzi, qui bisogna riportare il rap in strada”. E ci è riuscito. Ha messo insieme artisti diversi ta loro, anime invece affini e azzardi notevoli. “Mattoni” rappresenta il ritorno a quel sound Hip-Hop che un po’ ci era mancato.
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- Machete Crew – “Machete Mixtape vol.4”
Freschezza. Un disco orchestrato alla grande, innovativo. Una vera e propria hit parade che ha accompagnato l’estate degli amanti del genere. Anche qui troviamo collabo inedite che impreziosiscono un lavoro che ha cambiato le carte in tavola.
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- Ketama126 – “Kety”
Fango. L’immaginario cupo descritto nelle rime di uno dei principali esponenti della nuova Roma, è senza dubbio una delle singolarità di questo 2019. Ketama126 è il fango, è le vie con i sampietrini, è le birre all’alba con gli amici, è la droga. Ma è anche il diamante che da quel fango nasce. Musicalmente inconfondibile.
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- Massimo Pericolo – “Scialla Semper”
Dissennatore. Facciamo un po’ i nerd, tornando all’infanzia di molti di noi. Massimo Pericolo è stato il dissennatore dell’Hip-Hop italiano: figura creata dall’autrice di Harry Potter, un dissennatore è una creatura che risucchia la felicità di chi ha davanti fino ad ucciderlo col suo bacio letale. Provate ad ascoltare l’album “Scialla Semper” con questa immagine in testa: il gelo dei testi di Massimo Pericolo potrebbe rapirvi e affascinarvi. Tranquilli però, qui nessuno è destinato a morire. Anzi. La musica del giovane rapper di Varese è in realtà un inno alla libertà.
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Questi sono i nostri 6 album del 2019: e voi, che ne dite?
✍?: Riccardo Zianna
Grafiche: Dopoesco
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”10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il nuovo brano di Cura
“Era necessario un addio perché capissi che non c’è un addio per noi” – con queste parole CURA introduce “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il suo nuovo singolo in uscita venerdì 8 novembre, distribuito da ADA Music Italy.
Un brano scritto davanti a un camino, il primo giorno dell’anno, quando il suono di un pianoforte ripetitivo richiama nella mente dell’artista una nostalgia familiare, una storia sospesa nel tempo.
“Forse questa, è la mia storia infinita e, il coraggio di viverla, è stato tanto forte quanto quello di provare a dimenticarla”
CURA compone una traccia che rappresenta un viaggio intimo in quella che lei stessa definisce la sua “storia infinita.” C’è un senso di ritorno e perdita, un ciclo inevitabile in cui si rincorrono domande profonde: perché non è andata? Perché non siamo riusciti a far funzionare le cose? Eppure, nell’impossibilità di dimenticare, l’artista trova il coraggio di accettare quel legame indissolubile, consapevole che la musica, come una fotografia, è capace di fissare gli attimi, proteggendoli dall’usura del tempo.
In “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, testo e note diventano un eco che rimbalza tra passato e presente, come una ricerca costante di significato in quei legami che non smettono mai di attirarci.
Attualmente in tour con Alex Britti come corista, CURA è pronta a tornare a far parlare di sè con un brano che promette di risuonare in chiunque abbia mai vissuto la bellezza complessa di una storia senza fine.
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“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM
“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 8 novembre per Columbia Records/Sony Music Italy. L’EP sarà anticipato dal singolo “Bismillah” disponibile da venerdì 1 novembre.
“Gris Gris” è un termine ombrello in lingua senegalese -l’artista si è trasferito in Italia dal Senegal all’età di 9 anni- che racchiude il ricchissimo mondo magico del Paese. Gris Gris è un amuleto, un oggetto che può essere benefico o maligno, ma è anche un simbolo per ritrarre un più complesso sistema di credenze, fatto di rituali, esoterismo e comunità. La cultura psico-magica africana che ha nutrito il giovanissimo artista nella sua crescita viene raccontata e celebrata all’interno del suo progetto d’esordio, in cui parte di “questa” magia trova manifestazione anche attraverso la musica.
Il retaggio e le radici del rapper costituiscono il fulcro della sua identità artistica, che diventa un ponte tra due mondi distanti, unendo l’urban occidentale -grazie a un flow che ricorda l’attitudine cruda del rap anni 2000- alla cultura senegalese -esplorata nel suo immaginario e nelle sue sonorità, dando vita ad un sound inedito ed eterogeneo, che attinge da elementi afrowave.
L’EP raccoglie pensieri e racconti di strada passati sotto al filtro di uno sguardo quasi spirituale: EM descrive con autenticità il proprio vissuto cercando un senso di speranza, di predestinazione e di “fede” -in senso lato- che emergono dalle liriche e dagli aneddoti presenti nelle tracce.
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Fuori il video ufficiale di ”L’Ho Fatto”, il brano di Jap & Paggio in collaborazione con Flesha e Numb
Jap & Paggio chiudono il cerchio con “L’Ho fatto”, terzo singolo estratto dal disco Old But Gold, uscito qualche mese fa dopo la pubblicazione di Ill Rap nel 2009, Bombe a Mano nel 2012 e l’Ep Hiphopcrisia nel 2013. Con questo ritorno, il duo hip hop più acclamato di Verona, ha saputo riconfermare la propria posizione senza deludere i fan e conquistandone di nuovi. Attraverso un disco che la critica di settore ha definito “vincente”, Jap & Paggio si sono messi in discussione più che mai strizzando l’occhio alle nuove generazioni e proponendo chiavi di lettura nuove, ma solide e in linea con la cultura Hip Hop.
L’Ho Fatto rappresenta l’ultimo tassello dopo i singoli Manette e Don’t Stop. Il video, per la regia di Maurizio Zatachetto e Mattia Bonizzato, è stato principalmente girato al Lago di Garda ed è stato realizzato quasi interamente in riva al lago per valorizzare il suo sapore soul attraverso i colori del tramonto.
L’Ho fatto, brano che vede fra le collaborazioni Flesha e Numb, simboleggia l’abbandono delle influenze materiali ed è un brano trasparente che vuole urlare a tutti: “Fate quello che volete nella vita ma fatelo bene”. I richiami al passato di Flesha e la cruda onestà delle argomentazioni di Jap spiazzano l’ascoltatore mentre Numb trasforma il vetro che è dentro l’anima di tutti in preziosi smeraldi attraverso la sua voce soul e calda. Jap & Paggio spiegano:
“L’ho fatto è un pezzo che per chi cerca ancora le proprie risposte nell’intricato mondo personale, arriva dritto come una freccia. Non ci limitiamo a rimare e fare musica, ma snoccioliamo gli argomenti e le note con incredibile consapevolezza. Sentiamo molto nostro questo pezzo e siamo convinti che abbia una marcia in più rispetto ad altre canzoni che si ascoltano in radio in questo periodo. Noi ci crediamo anche perché ha un rif che entra facilmente in testa già dal primo ascolto. E se anche voi avete fatto “Wow” ascoltando questa track, allora siete pronti per alzare la testa, sorridere a voi stessi e muovere i propri passi verso ciò che volete davvero essere.Il brano è prodotto da Paggio che riporta ai suoni creati al tempo con un fruity loops, mixando con saggezza una carezza funky ad un carosello di synth. Numb si impone nel ritornello con una voce graffiata che stupisce, che motiva, che dà la carica a chi ascolta.
Nel complesso, L’Ho Fatto propone una musicalità che strizza l’occhio al commerciale, senza dover indossare maschere imposte dalle Major.
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