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TAKAGI e KETRA ospiti nel RIFF DI MARCO MENGONI
IL RIFF DI MARCO MENGONI torna con nuovi ospiti: i produttori multiplatino Takagi & Ketra. Un altro inedito incontro per questa serie disponibile, a cadenza quindicinale, sulle principali piattaforme di streaming e podcast.
Inaugurato da un’inedita chiacchierata con Beppe Sala, poi proseguito, puntata dopo puntata, con ospiti appartenenti a mondi diversi, da Alessandro Cattelan a Neri Marcoré, da Sofia Viscardi a Imen Jane e ancora Antonio Dikele Distefano, fino a Vincenzo Mollica, Paolo Nespoli e Beatrice Venezi. La chiacchierata con il duo di produttori anticipa di pochi giorni l’uscita di Venere e Marte. Il nuovo brano di Takagi & Ketra con lo stesso Marco Mengoni insieme a Frah Quintale, in uscita su tutte le piattaforme di streaming e download, venerdì 8 gennaio.
Takagi & Ketra sono riconosciuti come infallibili hitmaker. Hanno collaborato con alcuni dei più importanti artisti italiani e internazionali. Collezionato oltre 130 dischi di platino e 1 disco di diamante. E, come racconta Marco in questa nuova puntata, “hanno iniziato a lavorare insieme stravolgendo le classifiche della musica italiana, sfornando un successo dopo l’altro…e non sembrano avere intenzione di fermarsi”. In questa mezz’ora sono molti gli argomenti affrontati. Un dialogo ricco di spunti: dal vero significato del termine tormentone, all’evoluzione del ruolo del produttore, la loro scelta di non apparire nei videoclip, “restando sempre un passo indietro rispetto alla canzone”, passando per il loro rapporto “di coppia” e di come siano proprio sempre le canzoni a metterli d’accordo in caso di divergenze.
Takagi & Ketra si soffermano sull’importanza della conoscenza del passato nel loro lavoro, con un tipo di ricerca che definiscono archeologia musicale:
“Il passato musicalmente è tutto. Quello che si poteva fare è già stato fatto. Oggi puoi fare una sorta di ‘archeologia musicale’. Ed è quello che vogliamo fare noi con il nostro progetto. Ci chiediamo cosa ci abbia colpito nel passato. Mi ricordo ad esempio dell’estate del 1990, quando ero a Vasto in spiaggia, e passavano Bamboléo. Ha delle caratteristiche che oggi sono un po’ desuete nella musica. Il nostro compito è riuscire a tirarle fuori da quegli anni e inserirle in un contesto attuale, italiano. Proprio come quando si entra in un palazzo storico e si decide di ristrutturarlo, ma senza stravolgerlo. Cerchiamo di mettere nella musica quello stesso tipo di attenzione”.
E ancora, svelano i loro inaspettati miti musicali, i Queen “perché erano già troppo avanti in quegli anni” e Ennio Morricone, di cui ammirano la costanza nel lavoro e riflettono sul falso mito della Musa ispiratrice e di quanto invece sia necessario impegnarsi per ottenere un buon risultato: “Come è stato detto, l’ispirazione è per i dilettanti. Se apri il tuo computer o il blocco degli appunti e ti impegni, l’ispirazione arriva, ma non è una cosa da aspettare a braccia conserte.”
Tutto per arrivare alla domanda che chiude ogni puntata e che dà il titolo al podcast, ovvero quale sia l’elemento ricorrente nelle vite dei due produttori che, esattamente come il riff, ritorna continuamente e diventa il segno distintivo nella nostra esistenza così come in una canzone.
Ketra svela a Marco Mengoni che la costante che ha caratterizzato tutto il suo percorso, il suo riff appunto, è il non accontentarsi mai e chiedere sempre di più a se stesso. Mentre per Takagi è l’America. Gli Stati Uniti e la cultura che sono riusciti a esportare, gli hanno insegnato a sognare. E questo desiderio di continuare a sognare, porta proprio a non essere mai “sazi”. A cercare costantemente di migliorarsi.
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”10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il nuovo brano di Cura
“Era necessario un addio perché capissi che non c’è un addio per noi” – con queste parole CURA introduce “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il suo nuovo singolo in uscita venerdì 8 novembre, distribuito da ADA Music Italy.
Un brano scritto davanti a un camino, il primo giorno dell’anno, quando il suono di un pianoforte ripetitivo richiama nella mente dell’artista una nostalgia familiare, una storia sospesa nel tempo.
“Forse questa, è la mia storia infinita e, il coraggio di viverla, è stato tanto forte quanto quello di provare a dimenticarla”
CURA compone una traccia che rappresenta un viaggio intimo in quella che lei stessa definisce la sua “storia infinita.” C’è un senso di ritorno e perdita, un ciclo inevitabile in cui si rincorrono domande profonde: perché non è andata? Perché non siamo riusciti a far funzionare le cose? Eppure, nell’impossibilità di dimenticare, l’artista trova il coraggio di accettare quel legame indissolubile, consapevole che la musica, come una fotografia, è capace di fissare gli attimi, proteggendoli dall’usura del tempo.
In “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, testo e note diventano un eco che rimbalza tra passato e presente, come una ricerca costante di significato in quei legami che non smettono mai di attirarci.
Attualmente in tour con Alex Britti come corista, CURA è pronta a tornare a far parlare di sè con un brano che promette di risuonare in chiunque abbia mai vissuto la bellezza complessa di una storia senza fine.
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“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM
“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 8 novembre per Columbia Records/Sony Music Italy. L’EP sarà anticipato dal singolo “Bismillah” disponibile da venerdì 1 novembre.
“Gris Gris” è un termine ombrello in lingua senegalese -l’artista si è trasferito in Italia dal Senegal all’età di 9 anni- che racchiude il ricchissimo mondo magico del Paese. Gris Gris è un amuleto, un oggetto che può essere benefico o maligno, ma è anche un simbolo per ritrarre un più complesso sistema di credenze, fatto di rituali, esoterismo e comunità. La cultura psico-magica africana che ha nutrito il giovanissimo artista nella sua crescita viene raccontata e celebrata all’interno del suo progetto d’esordio, in cui parte di “questa” magia trova manifestazione anche attraverso la musica.
Il retaggio e le radici del rapper costituiscono il fulcro della sua identità artistica, che diventa un ponte tra due mondi distanti, unendo l’urban occidentale -grazie a un flow che ricorda l’attitudine cruda del rap anni 2000- alla cultura senegalese -esplorata nel suo immaginario e nelle sue sonorità, dando vita ad un sound inedito ed eterogeneo, che attinge da elementi afrowave.
L’EP raccoglie pensieri e racconti di strada passati sotto al filtro di uno sguardo quasi spirituale: EM descrive con autenticità il proprio vissuto cercando un senso di speranza, di predestinazione e di “fede” -in senso lato- che emergono dalle liriche e dagli aneddoti presenti nelle tracce.
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Fuori il video ufficiale di ”L’Ho Fatto”, il brano di Jap & Paggio in collaborazione con Flesha e Numb
Jap & Paggio chiudono il cerchio con “L’Ho fatto”, terzo singolo estratto dal disco Old But Gold, uscito qualche mese fa dopo la pubblicazione di Ill Rap nel 2009, Bombe a Mano nel 2012 e l’Ep Hiphopcrisia nel 2013. Con questo ritorno, il duo hip hop più acclamato di Verona, ha saputo riconfermare la propria posizione senza deludere i fan e conquistandone di nuovi. Attraverso un disco che la critica di settore ha definito “vincente”, Jap & Paggio si sono messi in discussione più che mai strizzando l’occhio alle nuove generazioni e proponendo chiavi di lettura nuove, ma solide e in linea con la cultura Hip Hop.
L’Ho Fatto rappresenta l’ultimo tassello dopo i singoli Manette e Don’t Stop. Il video, per la regia di Maurizio Zatachetto e Mattia Bonizzato, è stato principalmente girato al Lago di Garda ed è stato realizzato quasi interamente in riva al lago per valorizzare il suo sapore soul attraverso i colori del tramonto.
L’Ho fatto, brano che vede fra le collaborazioni Flesha e Numb, simboleggia l’abbandono delle influenze materiali ed è un brano trasparente che vuole urlare a tutti: “Fate quello che volete nella vita ma fatelo bene”. I richiami al passato di Flesha e la cruda onestà delle argomentazioni di Jap spiazzano l’ascoltatore mentre Numb trasforma il vetro che è dentro l’anima di tutti in preziosi smeraldi attraverso la sua voce soul e calda. Jap & Paggio spiegano:
“L’ho fatto è un pezzo che per chi cerca ancora le proprie risposte nell’intricato mondo personale, arriva dritto come una freccia. Non ci limitiamo a rimare e fare musica, ma snoccioliamo gli argomenti e le note con incredibile consapevolezza. Sentiamo molto nostro questo pezzo e siamo convinti che abbia una marcia in più rispetto ad altre canzoni che si ascoltano in radio in questo periodo. Noi ci crediamo anche perché ha un rif che entra facilmente in testa già dal primo ascolto. E se anche voi avete fatto “Wow” ascoltando questa track, allora siete pronti per alzare la testa, sorridere a voi stessi e muovere i propri passi verso ciò che volete davvero essere.Il brano è prodotto da Paggio che riporta ai suoni creati al tempo con un fruity loops, mixando con saggezza una carezza funky ad un carosello di synth. Numb si impone nel ritornello con una voce graffiata che stupisce, che motiva, che dà la carica a chi ascolta.
Nel complesso, L’Ho Fatto propone una musicalità che strizza l’occhio al commerciale, senza dover indossare maschere imposte dalle Major.
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