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+ Peste è il nuovo brano di Vinicio Capossela & Young Signorino
“La peste”, uno dei brani contenuti nell’ultimo album di Vinicio Capossela, “Ballate per uomini e bestie”, è stato riprocessato da Young Signorino e da uno dei suoi producer di fiducia, FiloQ.
Il risultato è una nuova track che dell’originale di Capossela conserva soltanto alcune parti vocali. Il resto – la struttura, la base ritmica e i versi di Signorino – è stato scritto e prodotto da zero per amplificare e quasi raddoppiare in un dialogo a due voci (da qui il titolo “+Peste”) la narrazione del brano, che denuncia l’imperversare della peste digitale.
La produzione del dj/producer genovese FiloQ incastra su beat elettronici sonorità prese nei suoi viaggi in giro per il mondo, jazz, musica africana, atmosfere mediorientali, latine e cumbia.
L’idea di questo esperimento è figlia dell’incontro estivo tra Capossela e Signorino allo Sponz Fest 2019, il Festival di cui Capossela da ormai sette anni è direttore artistico.
Il brano è accompagnato dal video la cui regia è stata curata da Daniele Martinis.
La peste dell’odio in rete, della delazione, della diffamazione, del linciaggio, dello squadrismo, dell’oscenità esibita, del circo massimo del like o dislike, del mascheramento, della fake news, delle virulenze epidemiche, ha per me in musica il suono dell’autotune, della trap dei nativi digitali. Volevo contaminare con questo suono il tema e lo svolgimento e così ho cercato l’artista che più stimo nella globosfera della rete contemporanea, il giovin signore Young Signorino. Gli ho consegnato il pezzo così che lo contagiasse aggiungendoci altra peste, la sua, a generare bacilli e anticorpi. “La cura non è l’aspirina, crea il tuo clima, resta in cima che la peste si arrampica” ha cantato e “pestami ma non muoio”.
Il suono è di FiloQ e riprende la tribalità medieval-orientale della zurla e dei flauti della versione originale.
E poi c’è lui.
Signorino è di una purezza disarmante. Un purissimo figlio di Satana, come candidamente afferma.
Anzi è Candide lui stesso. È l’ultimo dei dadaisti. È primitivista, semplifica e semplificando offre forza alle parole. I segni della vita e le credenze se li è scritti in faccia, per rivelare più che per nascondere. Abbiamo messo una musica in una bottiglia e ci è tornata indietro così. Più peste. Buone peste.
Fategli un cazzo di urlo.
Vinicio Capossela
Sono onorato di aver potuto collaborare con Vinicio Capossela, è stato importante per me ricevere la stima di un’artista così immenso e persona meravigliosa. È stato anche molto interessante lavorare su questo brano, con una tematica così importante, e poterci inserire qualcosa di mio. Spero si capisca la mia voglia di parlare di ciò che sta succedendo, di quello che non va e che riguarda tutti.
Young Signorino
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”10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il nuovo brano di Cura
“Era necessario un addio perché capissi che non c’è un addio per noi” – con queste parole CURA introduce “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, il suo nuovo singolo in uscita venerdì 8 novembre, distribuito da ADA Music Italy.
Un brano scritto davanti a un camino, il primo giorno dell’anno, quando il suono di un pianoforte ripetitivo richiama nella mente dell’artista una nostalgia familiare, una storia sospesa nel tempo.
“Forse questa, è la mia storia infinita e, il coraggio di viverla, è stato tanto forte quanto quello di provare a dimenticarla”
CURA compone una traccia che rappresenta un viaggio intimo in quella che lei stessa definisce la sua “storia infinita.” C’è un senso di ritorno e perdita, un ciclo inevitabile in cui si rincorrono domande profonde: perché non è andata? Perché non siamo riusciti a far funzionare le cose? Eppure, nell’impossibilità di dimenticare, l’artista trova il coraggio di accettare quel legame indissolubile, consapevole che la musica, come una fotografia, è capace di fissare gli attimi, proteggendoli dall’usura del tempo.
In “10 GIRI INTORNO AL MONDO”, testo e note diventano un eco che rimbalza tra passato e presente, come una ricerca costante di significato in quei legami che non smettono mai di attirarci.
Attualmente in tour con Alex Britti come corista, CURA è pronta a tornare a far parlare di sè con un brano che promette di risuonare in chiunque abbia mai vissuto la bellezza complessa di una storia senza fine.
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“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM
“Gris Gris” è l’EP d’esordio di EM in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 8 novembre per Columbia Records/Sony Music Italy. L’EP sarà anticipato dal singolo “Bismillah” disponibile da venerdì 1 novembre.
“Gris Gris” è un termine ombrello in lingua senegalese -l’artista si è trasferito in Italia dal Senegal all’età di 9 anni- che racchiude il ricchissimo mondo magico del Paese. Gris Gris è un amuleto, un oggetto che può essere benefico o maligno, ma è anche un simbolo per ritrarre un più complesso sistema di credenze, fatto di rituali, esoterismo e comunità. La cultura psico-magica africana che ha nutrito il giovanissimo artista nella sua crescita viene raccontata e celebrata all’interno del suo progetto d’esordio, in cui parte di “questa” magia trova manifestazione anche attraverso la musica.
Il retaggio e le radici del rapper costituiscono il fulcro della sua identità artistica, che diventa un ponte tra due mondi distanti, unendo l’urban occidentale -grazie a un flow che ricorda l’attitudine cruda del rap anni 2000- alla cultura senegalese -esplorata nel suo immaginario e nelle sue sonorità, dando vita ad un sound inedito ed eterogeneo, che attinge da elementi afrowave.
L’EP raccoglie pensieri e racconti di strada passati sotto al filtro di uno sguardo quasi spirituale: EM descrive con autenticità il proprio vissuto cercando un senso di speranza, di predestinazione e di “fede” -in senso lato- che emergono dalle liriche e dagli aneddoti presenti nelle tracce.
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Fuori il video ufficiale di ”L’Ho Fatto”, il brano di Jap & Paggio in collaborazione con Flesha e Numb
Jap & Paggio chiudono il cerchio con “L’Ho fatto”, terzo singolo estratto dal disco Old But Gold, uscito qualche mese fa dopo la pubblicazione di Ill Rap nel 2009, Bombe a Mano nel 2012 e l’Ep Hiphopcrisia nel 2013. Con questo ritorno, il duo hip hop più acclamato di Verona, ha saputo riconfermare la propria posizione senza deludere i fan e conquistandone di nuovi. Attraverso un disco che la critica di settore ha definito “vincente”, Jap & Paggio si sono messi in discussione più che mai strizzando l’occhio alle nuove generazioni e proponendo chiavi di lettura nuove, ma solide e in linea con la cultura Hip Hop.
L’Ho Fatto rappresenta l’ultimo tassello dopo i singoli Manette e Don’t Stop. Il video, per la regia di Maurizio Zatachetto e Mattia Bonizzato, è stato principalmente girato al Lago di Garda ed è stato realizzato quasi interamente in riva al lago per valorizzare il suo sapore soul attraverso i colori del tramonto.
L’Ho fatto, brano che vede fra le collaborazioni Flesha e Numb, simboleggia l’abbandono delle influenze materiali ed è un brano trasparente che vuole urlare a tutti: “Fate quello che volete nella vita ma fatelo bene”. I richiami al passato di Flesha e la cruda onestà delle argomentazioni di Jap spiazzano l’ascoltatore mentre Numb trasforma il vetro che è dentro l’anima di tutti in preziosi smeraldi attraverso la sua voce soul e calda. Jap & Paggio spiegano:
“L’ho fatto è un pezzo che per chi cerca ancora le proprie risposte nell’intricato mondo personale, arriva dritto come una freccia. Non ci limitiamo a rimare e fare musica, ma snoccioliamo gli argomenti e le note con incredibile consapevolezza. Sentiamo molto nostro questo pezzo e siamo convinti che abbia una marcia in più rispetto ad altre canzoni che si ascoltano in radio in questo periodo. Noi ci crediamo anche perché ha un rif che entra facilmente in testa già dal primo ascolto. E se anche voi avete fatto “Wow” ascoltando questa track, allora siete pronti per alzare la testa, sorridere a voi stessi e muovere i propri passi verso ciò che volete davvero essere.Il brano è prodotto da Paggio che riporta ai suoni creati al tempo con un fruity loops, mixando con saggezza una carezza funky ad un carosello di synth. Numb si impone nel ritornello con una voce graffiata che stupisce, che motiva, che dà la carica a chi ascolta.
Nel complesso, L’Ho Fatto propone una musicalità che strizza l’occhio al commerciale, senza dover indossare maschere imposte dalle Major.
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